Virtus-Reyer Venezia: analisi e aspettative per gara-due alla Segafredo Arena
La Virtus affronta la Reyer Venezia in gara-due dopo una vittoria sofferta. Ivanovic chiede il massimo impegno per consolidare il vantaggio.

Toko Shengelia prova a superare l’ostacolo portato da Davide Casarin (Ciamillo)
Di solito si è soliti liquidare un vantaggio con il classico e sempre affidabile: ’1-0 e palla al centro’. La Virtus, sia chiaro, è in vantaggio con pieno merito. Ma il primo confronto si presta a tante e troppe interpretazioni.
Partiamo dalla certezza, si gioca questa sera, alle 20,30, alla Segafredo Arena. E l’avversaria sarà sempre la Reyer Venezia. L’analisi di gara-uno avrebbe divertito uno come Giovannino Guareschi che, sul settimanale ’Candido’, si era inventato la rubrica ’Visto da destra’ e ’Visto da sinistra’.
Gli aspetti positivi? La Virtus ha vinto gara-uno che, di solito, è quella che nasconde maggiori insidie e pericoli (vedi Trento che ha subito perso il vantaggio del fattore campo contro Milano). I bianconeri hanno portato a casa il successo toccando vantaggi quasi abissali. Segno che la squadra, quando è concentrata, concede poco agli attaccanti rivali e riesce a sfruttare meglio anche il contropiede. Di più: la Virtus ha vinto senza chiedere gli straordinari a Toko Shengelia e Isaia Cordinier che, durante la stagione, hanno spesso e volentieri tirato la carretta.
Nell’ultimo quarto, poi, scelta tecnica – per alcuni discutibile – Dusko Ivanovic ha deciso si rinunciare all’estro e al talento di WIll Clyburn. Vero che lo statunitense ha perso qualche pallone di troppo. Ma, in certi momenti, avrebbe potuto rappresentare un approdo sicuro per una Virtus che si stava smarrendo.
Fin qui, appunto, gli aspetti positivi. Ma non mancano quelli negativi. Già nel primo tempo, capitan Belinelli e compagni avevano dilapidato un vantaggio consistente, consentendo ai lagunari non solo di rientrare, ma di mettere in dubbio anche la vittoria Virtus.
A 4’24’’ dall’ultima sirena, un canestro di Daniel Hackett ha dato il +21, 85-64. Ci sono i meriti di Venezia, certo, che non si è mai data per vinta. Ma una squadra meno distratta o se volete più cinica, non avrebbe consentito un recupero così rapido.
Quest’ultimo aspetto, però, può anche essere visto come un dato positivo. Se Venezia non è riuscita a ribaltare la gara nonostante le amnesie bianconere, allora Belinelli e compagni possono dormire sonni tranquilli.
Da rivedere, in ogni caso, Brandon Taylor. Ivanovic gli ha dato la possibilità di scendere in campo. Il fatto che la rimonta di Venezia sia iniziata con lui in campo non deve essere un motivo per indicarlo come colpevole. E’ stata la Virtus, nel suo complesso – sbagliando, ovviamente – ad alzare la mani dal manubrio troppo presto.
E in ogni caso vanno prese, come oro colato, i concetti espressi da Ivanovic. Parco di parole, il montenegrino, ma sempre sul pezzo: "Se perdiamo la concentrazione non andiamo da nessuna parte".
E allora sotto con il secondo confronto, per dare un indirizzo preciso alla serie. Questa sera gli osservati speciali saranno quelli che sono rimasti un po’ defilati in gara-uno, da Shengelia a Cordinier, da Clyburn a Morgan (troppo pasticcione).
Ma ieri, in palestra, Dusko ha riportato tutto all’ordine. E, come ha detto Pajola al Carlino, pretende il 100 per cento. Se la Virtus darà il 100 per cento delle sue possibilità, allora la gara potrebbe prendere l’indirizzo voluto.
Arbitrano Attard, Borgioni e Noce. Diretta assicurata su Dazn ed Eurosport,
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