Virtus serve un finale in crescendo in Eurolega. C’è da blindare anche la prossima stagione

Il club era stato tra i fondatori della nuova competizione, poi le vicende del 2003 hanno portato a un brusco cambiamento

di ALESSANDRO GALLO
19 febbraio 2025
Justin Holiday, Toko Shengelia, Isaia Cordinier, Andrejs Grazulis e Alessandro Pajola: timeout in campo (Ciamillo)

Justin Holiday, Toko Shengelia, Isaia Cordinier, Andrejs Grazulis e Alessandro Pajola: timeout in campo (Ciamillo)

Toglie energia. Ma regala soddisfazioni e visibilità. Non è indovinello, ma nemmeno una definizione impossibile della Settimana Enigmistica. All’ombra delle Due Torri, l’hanno già capito tutti, perché qua si mangiano pane (meglio, tortellini) e canestri.

Toglie energia, ma regala tanto: può solo essere l’Eurolega, campionato del quale la Virtus è stata, all’alba di questo millennio, una delle società fondatrici. Un campionato che la Virtus vinse nel 2001 (la stagione del Grande Slam), conquistò la finale un anno dopo (final four al PalaMalaguti di Casalecchio) e perse, di fatto, dopo il 2003, causa la radiazione del club dal campionato italiano.

Lasciato da parte il tour enogastronomico del 2007/2008, la Virtus è tornata in Eurolega, con una certa continuità, da tre stagioni. Dopo aver vinto l’EuroCup. Ora i risultati di questa stagione potrebbero portare a un’uscita dal torneo per il prossimo futuro. Ma la Virtus è tra i club in pole se ci sarà l’allargamento a venti squadre e, in ogni caso, due club italiani (non solo l’Olimpia Milano) farebbero comodo alla stessa Eurolega.

Ecco perché la Virtus, che in Eurolega ormai è tagliata fuori da tutto, deve chiudere nel migliore dei modi la stagione. Per dare un segnale di attaccamento al torneo. Per dimostrare di avere un organico che, con qualche aggiustamento, potrebbe ancora dire la sua.

L’Eurolega ha costi maggiori, non solo come dispendio di energie, ma anche come ingaggi, però serve anche per attirare nuovi campioni. Si fa fatica, a giocare l’Eurolega. Ma chiedete a qualsiasi atleta, non solo della Virtus, se preferisce disputare un match nel campionato nazionale o in Eurolega.

Anche dalla Nba, in fondo, sono attratti da questa competizione. Che magari sta esagerando nel ricorrere ai replay (non solo quelli a chiamata), prolungando in modo esasperante la durata delle gare, ma resta sempre la vetrina migliore.

Ecco perché la Virtus e Dusko Ivanovic vogliono chiudere nel migliore dei modi la stagione. Per dare un segnale, in attesa, magari, che la nuova Arena – che risponda in tutto e per tutto ai parametri fissati dall’Eurolega – possa vedere luce.

Obiettivo sul campionato, perché resta l’unico obiettivo raggiungibile da capitan Belinelli e compagni. Ma nessun rallentamento sul cammino europeo. Che, rispetto allo scorso anno, non può portare né ai playoff né ai play-in, ma resta comunque un investimento sul futuro.

Ecco perché la corsa della Virtus resta duplice. In attesa di recuperare a tempo pieno i due lungodegenti. Ante Zizic, il cui rientro è fissato per la settimana prossima, alla Segafredo Arena, contro l’Olympiacos capolista (vietata, seguendo il ragionamento iniziale, una resa anticipata).

Per Will Clyburn, invece, bisognerà attendere l’inizio di aprile. Quando, sempre in Eurolega, la Virtus incrocerà la strada di Milano. Naturalmente alla Fiera.

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