Arezzo-Vis Rimini: emozioni e colpi di scena tra tifosi e rigori sbagliati
Partita intensa tra Arezzo e Vis Rimini, con rigori sbagliati e tifosi appassionati. Okoro segna il gol decisivo.

Partita intensa tra Arezzo e Vis Rimini, con rigori sbagliati e tifosi appassionati. Okoro segna il gol decisivo.
Via Madonna delle Grazie, stradina sinuosa le tra le ville aretine. Il nome è comunque famigliare e ricorda la chiesa pesarese per cui si parcheggia qui, sotto il materno sguardo della speranza che accompagna i figli di Rossini. Lo stadio di Arezzo è a cinquecento metri, una cattedrale con parcheggi vuoti dove devi lasciare l’auto inforcando un paio di divieti accostandoti a un muro collinare. L’atmosfera è molto diversa da quella di 25 anni fa, ma a girarti verso lo spicchio di curva ospite rivive un piccolo angolo di ricordo e quel Vis-Rimini finito in gloria. Qui ci sono 180 coraggiosi tifosi ospiti che hanno timbrato un permesso da lavoro per sventolare le loro bandiere. Tutt’attorno, le colline toscane che sono sempre un belvedere. Si comincia pianin pianino, con le due squadre studiose, ma il pomposo urlo della tifoseria amaranto provoca una lenta asfissìa biancorossa culminata nella lunga serie di corner attorno al 20’. Gara di pura sofferenza in campo e sugli spalti dove i sostenitori biancorossi non smettono di soffiare. Cala aria fresca dai boschi. In curva sbuca una sfavillante bandiera biancorossa a righe, dei tempi andati.
Gatta ci cova. Stellone la pensa. Pesaro aspetta l’occasione, poi però perde Lari a cui si piega il ginocchio. E infatti, eccola qua l’accelerata. Un tamburo detta i ritmi in tribuna, un altro in campo. Zoia atterrato, rigore. Di Paola spara alle nuvole e viene giù lo stadio sponda amaranto. Buttata l’occasione della vita? Come andrà ora? Una bolgia, intanto, ora gli equilibri umorali si spostano. E poi appare pure minacciosa la regola del gol sbagliato gol subito. Stavolta il rigore supplicato e confermato dal var è per i locali. Bocca amara. Ansia, tira Pattarello sotto la curva ospite che schizza in piedi a vedere la palla morire a lato. C’è ancora vita sul pianeta di Pietro l’Aretino, c’è ancora eros nell’aria, mentre in tribuna ci scappa perfino una scaramuccia tra anime divise. Sonetti amorosi? Rime lussuriose? Aretino dicci qualcosa, Vis bacia la rima, pensano qui accanto. Corrono i minuti. Pattarello palpa i cuori con una punizione asfittica. Poi l’onda biancorossa sale e sale ancora, animata dai cambi di Stellone, impetuosi, fino al fendente di Okoro che brucia la rete, i minuti, gli attimi, smembrando la curva biancorossa che si frantuma in secondi di pathos. Cominciano i venti minuti più lunghi. Cannavò stampa sulla traversa il 2-0 del tutti a casa. Si resta, si soffre, si vince,
Davide Eusebi
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