Jonathan Ciabuschi: il cuore di Ascoli nel calcio moderno
La storia di Jonathan Ciabuschi, un romanzo di passione e appartenenza nel calcio, tra sogni e realtà.

Jonathan Ciabuschi (. Foto Vagnoni
Jonathan Ciabuschi cuore di Ascoli. La vita a volte ti può regalare momenti che invece possono rivelarsi irraggiungibili per molti altri. La storia del 27enne ascolano è un romanzo di passione e romanticismo che oggi si fa sempre più fatica a trovare in un mondo del calcio sempre più dettato da soldi e interessi. I veri valori come quelli legati alla maglia, al senso di appartenenza, alla fede e soprattutto all’amore sconfinato nei confronti della squadra della propria città trovano sempre meno spazio. E proprio per questo motivo quando questi fattori tornano prepotentemente a ricordare che questo è e resterà sempre lo sport del popolo, non dei potenti, ciò che si manifesta diventa pura poesia. Dagli spalti al campo di gara spesso la distanza appare ravvicinata, ma tra i gradoni e il rettangolo verde ci passa un mondo. Questo divario Ciabuschi lo ha saputo abbattere nel corso degli ultimi mesi. Sarà stato uno strano scherzo del destino, ma in uno dei momenti più bui della propria gloriosa storia non è stato affatto casuale che il Picchio avesse bisogno di uno dei suoi figli. L’attaccante nell’ultima partita contro il Legnano, amaramente persa al Del Duca per 2-1 in un clima di totale contestazione nei confronti dell’attuale società, ha realizzato il sogno accarezzato fin da quando era bambino mettendo in fondo al sacco la palla della sua prima rete tra i professionisti. Il momentaneo pareggio è stato tutto suo e ha avuto un sapore ancor più speciale perché segnato sotto quella curva sud Rozzi che oggi non c’è più, ma che i sostenitori bianconeri sperano di riavere quanto prima. La sua grande gioia però Jonathan l’aveva pensata diversa. "È il sogno di ogni ascolano segnare al Del Duca, ma l’avevo sognato in maniera diversa – ha dichiarato il giocatore al termine dell’incontro –. Volevo che valesse di più. Non me lo sono goduto tanto. Vengo dalla storica curva sud. Nel giorno della mia presentazione aveva detto che era un sogno indossare la maglia bianconera. Questi per me sono stati quattro mesi difficili perché se subire una sconfitta per un giocatore è pesante, per me lo è stato il triplo. Una stagione così l’ambiente non se la merita".
La possibilità di tornare a difendere i colori e la storia della sua amata Ascoli Calcio si era palesata nel corso del mercato invernale di gennaio dopo le varie esperienze maturate in D con Monticelli, Grottammare e Atletico Ascoli. In passato Ciabuschi aveva già assaporato cosa vuol dire vestire la casacca del Picchio portando avanti un percorso di crescita nelle giovanili. Stavolta però è stato tutto diverso. La scelta del numero 45 da mettere sulle spalle e da difendere sul campo con orgoglio assieme al proprio cognome e ai colori bianconeri è stato anch’esso dettato dal cuore. Una dedica speciale per suo nonno che da piccolo lo accompagnava agli allenamenti. Di certo con undici giocatori titolari dotati di questo temperamento oggi l’Ascoli avrebbe potuto parlare di ben altro.
Massimiliano Mariotti
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