L’Atalanta a Firenze non tira mai in porta e non lotta. Ora deve guardarsi dietro
Nerazzurri scarichi fisicamente e mentalmente. Gli attaccanti sono mancati in una domenica storta

La Fiorentina batte l'Atalanta 1-0 con un gol di Kean, consolidando la loro posizione in Serie A
Firenze, 30 marzo 2025 – Ora l’Atalanta deve guardarsi alle spalle. Dopo sette mesi esatti la Dea è tornata a perdere in trasferta. Dalla sconfitta del 30 agosto al Meazza contro l’Inter alla sconfitta al Franchi per 1-0 contro una Fiorentina superiore tatticamente, tecnicamente, fisicamente, che non ha saputo chiuderla nella ripresa solo per due parate prodigiose di Carnesecchi e per gli errori nell’ultimo tocco degli attaccanti viola.
Seconda sconfitta consecutiva per la squadra di Gasperini - non capitava da agosto - che a Firenze probabilmente ha detto addio al sogno scudetto e da adesso dovrà guardarsi le spalle per conservare il terzo posto e restare tra le prime quattro. Il Bologna, che verrà a Bergamo tra due domeniche, è a meno due, la Juventus a meno tre, dietro sta risalendo fortissima la Roma e poi ci sono le altre, inclusa la Fiorentina, comunque lontana sette lunghezze, che sono tante.
A Firenze nerazzurri sempre in sofferenza, in inferiorità numerica a centrocampo e non in grado di recuperare i palloni e impostare verticalmente, pagando a prezzo salatissimo l’assenza dello squalificato Ederson. Davanti nel primo tempo qualche contropiede ha innescato qualche giocata di Lookman, murato da Ranieri dopo un quarto d’ora, ma senza mai arrivare a sporcare i guantoni di De Gea.
Poi ad un minuto dall’intervallo l’episodio che ha cambiato la domenica atalantina: l’ingenuità di Hien che ha regalato il gol del vantaggio a Kean proprio sull’ultima azione del primo tempo. Nessuna reazione atalantina nella ripresa, solo un tiro da buona posizione di De Ketelaere, una sorta di rigore angolato, che forse aveva già la testa sotto la doccia e ha sparato fuori. Tutto qui il secondo tempo dei nerazzurri, nonostante i cambi che non hanno dato nulla con Maldini e Samardzic impalpabili come Lookman e Retegui.
Senza le parate di Carnesecchi la partita sarebbe finita già al 70’, invece fino al 95’ l’Atalanta avrebbe potuto pareggiarla ma De Gea non ha corso nessun rischio. Questo finale rinunciatario, questa mancanza di conclusioni indirizzate alla porta, questo atteggiamento da squadra scarica, deve preoccupare forse più del risultato negativo. Ora a Bergamo arriveranno la Lazio e il Bologna, poi ci sarà la trasferta a Pasqua in casa del Milan: tre scontri diretti consecutivi, tre scontri difficili. Ma adesso la Dea dovrà tornare a vincere per blindare il suo posto nella prossima Champions.
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