BOLOGNA
Febbre Champions, tifosi in delirio. E Italiano deve far scordare Motta. .
Il vero, grande avversario di Vincenzo Italiano è invisibile. C’è, ma non si vede, perché è un paragone. Anzi, un Paragone, con la maiuscola, come l’ultima stagione di un Bologna capace di arrampicarsi così in alto da raggiungere la Champions. Quinto posto, 69 punti, ma soprattutto un’espressione di calcio bella, corale, moderna. L’eredità lasciata da Thiago Motta è un peso che inevitabilmente Italiano ha accettato di portarsi dietro quando ha scelto di sedersi su una panchina scomodissima. Fare meglio? Quasi impossibile. Fare peggio? Niente di più semplice. Si aggiungano un’Europa da centrare in campionato e una Champions (quantomeno) da onorare. Eppure l’ex tecnico della Fiorentina ha voluto fortemente questa sfida, convinto anche dalla presenza di Giovanni Sartori, già suo direttore al Chievo. Solido il rapporto tra i due, subito ottimo anche il feeling con il patron Saputo e la dirigenza rossoblù che dovrà essere brava a difendere Italiano dal Paragone che busserà alla porta qualora le cose non dovessero andare come si spera. La pre-season ha confermato che, pur nel solco tecnico di Motta (4-3-3 o 4-2-3-1) al nuovo Bologna serve il tempo per registrarsi, dopo un’altra rivoluzione: nell’agosto ‘23 partirono Arnautovic e i senatori, quest’anno via Zirkzee e Calafiori. In attacco ecco Cambiaghi e l’olandese Dallinga che dovrà contendersi il posto con Castro. In difesa sono entrati sulle fasce Holm (subito ko) e l’oro olimpico Miranda, più Erlic ripescato dal Sassuolo dopo il vano corteggiamento a Hummels. Troppo poco? Lo scopriremo presto.
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