Bologna in crescita: sfida al Monza in Coppa Italia prima del Torino
Il Bologna affronta il Monza in Coppa Italia, con una squadra in crescita e la semifinale nel mirino.

Il Bologna affronta il Monza in Coppa Italia, con una squadra in crescita e la semifinale nel mirino.
Ci sarebbe l’ex Motta da sfidare a Torino sabato, dopo la scorpacciata di gol con il Venezia, ma di mezzo c’è il Monza, in coppa, in un Dall’Ara che nel primo martedì di dicembre non può che promettere freddo e umidità. Ma c’è anche un Bologna in forte crescita: l’inizio stentato e preoccupante è ormai lontano, lo dicono le quattro vittorie nelle ultime cinque e lo sussurrano i clacson le domeniche fuori dallo stadio.
E allora sotto con la Coppa Italia, per la Juve poi si vedrà. La pensano così un po’ tutti, senza calcoli o ipotesi particolari, senza immaginare che proprio da quel buio pomeriggio serale sotto la Maratona sarebbe cominciata una cavalcata storica, diretta a Roma, riproponendo sulla mappa rossoblù una tratta sbiadita con il passare del tempo. Cinquantuno anni: tanto, forse anche troppo, e così della capitale si sono perse le tracce.
Dagli ottavi, finalmente, comincia il cammino dei ragazzi di Italiano, merito del quinto posto centrato al termine della passata stagione. Niente preliminari dunque, niente terzi turni, niente notti estive a rimuginare sul come sia stato possibile farsi eliminare dal Pavia, dall’Aquila, dal Cittadella, dalla Ternana, e ai rigori dalla Triestina e dal Frosinone. Dopo Serie A e Champions, quindi, Coppa Italia, mentre la testa viaggia indietro di undici mesi prima, a quel rigore che a Firenze Posch calcia in orbita e a Maxime Lopez che spezza i sogni di semifinale rossoblù.
Poi via, si comincia. E’ tutt’altro che un Bologna sperimentale quello assemblato da Italiano, mentre Nesta fa di necessità virtù, perché la coppa rappresenta quasi un ostacolo per il suo Monza, già precipitato nei bassifondi della classifica. Dopo il fulmine di Iling diretto in una San Luca desolata, Pobega apre le danze: sinistro nel sette, a lasciare una voragine tra i guanti di Pizzignacco e la rete. Orso replica tre minuti più tardi, poi si ferma sul più bello, proprio nell’esultanza: non ci voleva. Nella ripresa, il resto. I primi lampi di Dominguez e il sigillo di Castro, per un Bologna in salsa argentina che piace, parecchio.
Fin qui tutto bene: ai quarti, o l’Atalanta o il Cesena. E mentre dalla Romagna soffia un volenteroso vento di derby, la Dea spazza via il Cavalluccio: dal Gewiss a Wimbledon in 90 minuti, 6-1, e Gasp ad attendere Vincenzo e i suoi ragazzi. Da dicembre a febbraio, due mesi di… "stai a vedere che potrebbe essere la volta buona", ma con la solita vocina che da 26 lunghi anni borbotta che oltre i quarti di finale il Bologna non ci può andare.
E invece no, questa è proprio la volta buona. Segna Santi, Santi Castro, e lo tiene in gioco Posch, sì, proprio lui, convocato per la primissima in nerazzurro con ancora le valigie in mano dopo il trasferimento. Il settore ospite impazzisce, Castro cade, si rialza e li abbraccia uno ad uno: Bergamo è sbancata, è semifinale, con l’Empoli. Castellani in versione Dall’Ara, 4 forse anche 5mila rossoblù a scavallare l’Appennino e a bussare con Orso in faccia a Spalletti, che dalla tribuna dopo lo 0-1 se la ride. Ma neanche troppo. E poi Dallinga: il primo gol è una perla, il secondo, da bomber vero. Niente poker, ma la consapevolezza che il ritorno sarà formalità. E così è, tra abbracci lunghissimi e sogni ad occhi aperti. Tutti a Roma, c’è il Milan, per l’ultimo grande passo.
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