Bologna in finale di Coppa Italia: De Silvestri guida la squadra nel nome di Sinisa
De Silvestri e il Bologna pronti per la finale di Coppa Italia, un'occasione per onorare Sinisa e iniziare un ciclo vincente.

De Silvestri e il Bologna pronti per la finale di Coppa Italia, un'occasione per onorare Sinisa e iniziare un ciclo vincente.
Per mister Italiano. Per il club e la città. Ma pure per attaccarsi addosso l’etichetta di vincenti. Infine, ma non certo ultimo, per Sinisa. In quella che sempre rimarrà la sua Roma e il suo stadio Olimpico, il fatto che i bolognesi troveranno posto nella curva nord della Lazio, per Lorenzo De Silvestri è quasi un segno del destino. Ci spera. Di più, ci crede, lui che peraltro ha vinto una Coppa Italia a 21 anni proprio con la maglia della Lazio: "Ci torno a quasi 37, da bolognese adottivo. Ci torno anche nel nome di Sinisa: perché se siamo forti, lo dobbiamo anche a lui". Potrebbe non partire titolare, il capitano del Bologna. Ma prende idealmente per mano la squadra e ricorda il percorso fatto per arrivare fin qui. Ripete come un mantra quanto squadra e gruppo siano forti, quasi a voler esorcizzare la frenata in campionato delle ultime settimane che potrebbe avere tolto certezze. Perché la finale è partita a sè. "Siamo un gruppo di giocatori forti, perché arriviamo qui con 62 punti e la possibilità di chiudere a 68 in campionato, avendo giocato 8 gare di Champions a cui sia aggiunge il percoso in Coppa Italia. Non sono cose che succedono per caso, non siamo una favola, siamo una squadra composta da giocatori forti".
E guai a pensare che il trofeo rappresenterebbe la conclusione di un percorso di crescita: "Semmai è il contrario, sarebbe l’inizio di un ciclo vincente, che arriva dopo anni di crescita". De Silvestri spiega cosa sia il Bologna: "Siamo un gruppo che sta bene insieme da due stagioni, che un suo modo di affrontare e vivere allenamenti e partite: con consapevolezza, spensieratezza e voglia di divertirsi, pur con grande professionalità. Questo siamo, così abbiamo iniziato e così vogliamo finire. Vogliamo giocarcela a modo nostro, anche perché siamo tutti consapevoli che se siamo qui è frutto del coinvolgimento e del mattoncino portato da ognuno di noi".
Si può fare, Lollo sogna di alzare il trofeo: "Non siamo un miracolo, quando siamo al completo, concentrati e coinvolti, ce la giochiamo con tutti. E questa partita giochiamo per vincerla, forti dell’esperienza Champions che ci ha insegnato che sappiamo alzare il livello, quando è necessario". Questa Coppa è un pensiero fisso non solo per Italiano. "Ho capito che potevamo arrivare in fondo quando abbiamo vinto a Bergamo senza subire gol. Ma ci sono state tante partite di campionato e Champions che hanno raccontato che stavamo maturando e alzando il livello". Bergamo, però, è stato lo spartiacque. Roma è l’appuntamento con il destino: "Dovremo essere professionali come sempre, ma pure spensierati. Dovremo giocarla a modo nostro". Con Sinisa nel cuore, per provare a mettere il punto esclamativo e passare da club in crescita a club vincente.
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