Bologna, rimonta che sa d’Europa. Super Ndoye e un autogol: Toro ko. E i rossoblù ritornano ai piani alti
Quante emozioni sotto la pioggia: apre lo svizzero al 10’, poi il ribaltone granata con Vlasic ed Elmas . Controsorpasso rossoblù con un rigore di Dan e l’autorete di Biraghi al 90’. Settimo posto a 41 punti.

L’uomo del match, Dan Ndoye: seconda doppietta in campionato (Schicchi)
Dulcis in fango. Nel pantano del Dall’Ara, sotto una pioggia snervante, in fondo a una partita di muscoli e cuore, il Bologna strappa una vittoria pesantissima al Torino. Di cuore, di sostanza, di classe. Se il pareggio di Lecce era stata una brutta frenata, questo successo è una bellissima scossa a una classifica densa, densissima in zona Europa. Con la Juventus che stasera aspetta l’Inter e la Lazio che prima va a Napoli, vincere ieri sera era fondamentale, se non indispensabile. Perché, è vero, nelle ultime dieci gare i rossoblù ne avevano sbagliata una sola - il buco nero con il Verona, in chiusura di 2024 - ma erano rimasti incagliati in troppi pareggi per poter tenere il passo di quelle davanti.
E allora ecco questo tre a due, di lotta e di governo, contro i granata di Vanoli che arrivavano imbattuti nel 2025 (come lo stesso Bologna). Colpaccio che vale il balzo a 41 punti: a meno uno dalla Fiorentina sesta, a meno due dai bianconeri e a meno quattro dai biancocelesti quarti. Insomma, sul treno che va veloce verso l’Europa, il Bologna si tiene stretto il suo posto.
Vincono in rimonta, i rossoblù, con le unghie e con i denti. E anche con un po’ di fortuna, perché il pallone malamente stropicciato da Castro viene trasformato in oro da Biraghi: deviazione beffarda e autogol. Cala così il sipario su una partita che per gli altri ottantanove minuti aveva regalato un minestrone di emozioni e colpi di scena. Il vantaggio di Ndoye dopo dieci minuti, su filtrante di Pobega, trequartista per una notte (Fabbian resta dietro la lavagna), il pari di Vlasic al 37’, a coronamento di un doppio, incomprensibile sbandamento difensivo rossoblù. Serataccia per Lucumi. E non basta toglierlo all’intervallo per Casale. Al 20’, infatti, è il Toro a mettere le corna avanti con un gol splendido: su sponda di Adams, Elmas fa il tunnel a Beukema e poi irride Skorupski con un tocco dolce. Tutto ribaltato, ma non tutto perduto.
Anzi. E’ qui che il Bologna tira fuori le lezioni imparate nelle università della Champions. Reagisce subito e dopo 5’ trova l’azione del pari: Miranda scodella, Casadei travolge Pobega e per Fabbri è rigore. Stavolta è fallo davvero, non come nel primo tempo quando il fischietto di Ravenna aveva tolto, su giusta chiamata del Var, un penalty di Linetty su Ndoye. Il pallone lo prende Castro che proprio all’andata s’era fatto ipnotizzare da Milinkovic-Savic: ma mentre Fabbri aspetta tutti i check del caso, Italiano impone la legge della ’cabala’. E delle gerarchie: perché ordina al primo rigorista Ndoye di incaricarsi della battuta. ’Dettagli’ che fanno la differenza. Come con il Venezia, Dan segna e fa doppietta.
Italiano ritrova così uno dei suoi giocatori migliori. Non segnava dal 7 dicembre, lo svizzero, ed è tornato al momento giusto, ora che si apparecchia la volata finale per l’Europa. Nell’attesa che alla tavola si risiedano i totem. A partire da Orsolini, ieri in panchina, risparmiato da un campo infimo. E aspettando i rientri di Ferguson e Odgaard. C’è di che essere ottimisti.
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