Bologna sconfitto dalla Fiorentina ma già trionfante in Coppa Italia
Il Bologna perde 3-2 contro la Fiorentina, ma la stagione resta epica grazie alla vittoria in Coppa Italia e l'accesso in Europa League.

Il gol dell’1-0 di Parisi: tiro deviato da Lucumi che spiazza Skorupski (Schicchi)
La più inevitabile delle sconfitte. Difficile sedersi di nuovo a tavola con la pancia piena. Ritrovatelo voi l’appetito dopo l’abbuffata di emozioni di Roma. Non è in notti come quella di Firenze che il Bologna deve dimostrare di essere finalmente diventata una grande squadra: perché questo lo ha già fatto. Il 3-2 della Fiorentina non sposta nulla nella valutazione di una stagione indimenticabile, epica. E qualcuno dirà irripetibile. Già come un anno fa, quando di questi tempi si stappava lo champagne della Champions, bevendolo come se non ci fosse un domani. C’è ancora un domani: c’è stato dopo Thiago, ci sarà a maggior ragione se Vincenzo Italiano resterà - come tutto lascia pensare - al suo meraviglioso posto.
E allora pazienza se l’ultimo biglietto dei sogni se lo litigheranno Juventus, Roma e Lazio. Il Bologna i sogni li aveva realizzati già tutti mercoledì all’Olimpico, battendo il Milan, alzando al cielo quella Coppa Italia che mancava da cinquantuno anni e garantendosi un posto in Europa League. Altro? Altro.
La testa ieri sera era ancora a Roma, come dimostra la partenza del Franchi: Parisi che affonda libero verso la porta e con la deviazione di Lucumi trova il modo di bucare Skorupski. Tredici minuti e Italiano è già sotto, nello stadio che tanto l’aveva amato e tanto l’ha ripudiato un anno fa. Il suo ritorno da re di Coppa a Firenze - dove di coppe ne aveva perse tre - non fa registrare brutte scene. Anzi, tra le due colpiscono i tanti applausi di una buona parte dello stadio e l’abbraccio pre-gara con Dodò, uno dei ’suoi’ giocatori che più lo aveva attaccato dopo la vittoria dell’andata e le polemiche con Pradè. Italiano sentiva molto a questa partita e un pareggio onestamente gli sarebbe ’bastato’, considerando che il destino della Champions, sì, era ancora aperto, ma nelle mani di altri. Va sottolineato come i rossoblù comunque ci abbiano provato (quasi) fino all’ultimo rimontando due volte dalla panchina: decisivi gli ingressi di Dallinga e Orsolini, dopo un primo tempo dove Castro aveva confermato tutte le sue difficoltà post-infortunio e Cambiaghi, Calabria e Casale non hanno portato la freschezza che ci si aspettava dopo Roma, complice anche una Fiorentina all’ultima spiaggia per lasciarsi bene con il proprio pubblico dopo un’annata deludente.
Non ha aiutato la serata profondamente ’no’ di Lucumi e di Skorupski, colpevole nel 2-1 di Richardson e non impeccabile nel 3-2 di Kean. Il Bologna ci ha provato, affidandosi più alla qualità dei suoi migliori solisti che alla coralità: vedi la pennellata di Orso per Dallinga e l’assolo ubriacante di Ndoye per lo stesso Orso. Ma alla fine Freuler e compagni hanno pagato la stanchezza, prima ancora mentale che fisica, e sono caduti in un vortice di nervi dove la Fiorentina ha voluto portare la gara. Così nel finale il Bologna ha chiuso addirittura in dieci per il rosso diretto a Miranda (fallo di reazione su Mandragora).
Il meglio era già arrivato a Roma. Ora l’ultima giornata con il Genoa, poi la festa per celebrare una stagione indimenticabile. Ma non irripetibile.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su