Bologna trionfa in Coppa Italia: Ndoye decisivo, Europa League conquistata

Il Bologna vince la Coppa Italia con un gol di Ndoye, assicurandosi un posto in Europa League. Una notte storica per i rossoblù.

di Redazione Sport
15 maggio 2025
Il Bologna vince la Coppa Italia con un gol di Ndoye, assicurandosi un posto in Europa League. Una notte storica per i rossoblù.

Il Bologna vince la Coppa Italia con un gol di Ndoye, assicurandosi un posto in Europa League. Una notte storica per i rossoblù.

dall’inviatoGianmarco Marchini

Caro amico, ti scrivo domani. Perché questa è una notte meravigliosa, di una felicità mai provata, da respirare fino a prima di chiudere gli occhi. E anche chiudendoli, come si fa poi a dormire? Quelle immagini brillano ancora di una luce troppo forte. Il tiro di Ndoye, la resistenza finale, il triplice fischio, quella corsa pazza e scriteriata in braccio ai trentamila rossoblù di Roma. E ancora: De Silvestri che alza la Coppa Italia, Gianni Morandi in campo con gli occhi lucidi, Vincenzo Italiano dappertutto con gli occhi spiritati, Saputo che agita il trofeo sotto la curva. Ma no, non è la sera dei miracoli. E’ semplicemente la sera del Bologna, un Bologna gigantesco che rispedisce il Diavolo all’inferno e se ne torna in Paradiso. E il tutto si consuma con una facilità disarmante, peculiarità delle grandi squadre: dimensione a cui i rossoblù sono tornati dopo un percorso che negli ultimi due anni e mezzo è decollato e dopo un purgatorio che durava da decenni. Ormai l’hanno imparato anche le rotaie del tram: erano cinquantuno gli anni di attesa del popolo rossoblù, l’altro grande protagonista di questo ritorno in Paradiso.

Ieri i tifosi hanno vestito la capitale da Bologna. Impressionante la voce dei trentamila dell’Olimpico, emozionante la coreografia che chiedeva a Ferguson e compagni di riallacciare il fino con la Storia. Lo Squadrone che tremare il mondo faceva, fa, ma soprattutto farà. Perché questa notte non finisce qui: è un biglietto per un futuro ancora più ambizioso. L’Europa League in tasca, intanto, e ancora due giornate di campionato da mordere, per provare magari a concedersi anche il lusso di cambiare il treno e prenotarne un altro per la Champions. Due punti da recuperare, certo, non sono pochi e con due squadre davanti: ma questo Bologna ha solo orizzonti e niente limiti. Come in uno dei mantra tanto cari a Italiano, il vero protagonista assoluto di questa notte e di questa stagione. Dopo le tre finali perse con la Fiorentina, l’allenatore rossoblù aveva una pratica-rimborso aperta con il destino. Conto saldato, con una prestazione gigantesca del suo Bologna, con una master class tattica ai danni di Conceiçao. A decidere la finalissima piena zeppe di campioni e vip – da Sinner al ct Spalletti, da Cremoni alla Pausini – è un gol di Dan Ndoye al 9’ della ripresa, con un guizzo da predestinato qual è questo ragazzo svizzero dal viso pulito e le giocate letali. Si prende lui la scena in campo, in una notte in cui Leao aveva illuso il popolo milanista già al 4’, con una serpentina su Lucumi e un gran pallone sprecato da Jimenez. Al 10’ poi pure la doppia parata di Skorupski che scongiura prima l’autogol di Beukema e poi sbarra Jovic. Il Bologna resiste, non va mai nel panico e piano piano costruisce la sua vittoria. Prima trovando la rete e poi difendendola con un finale di sudore e sangue, come quello al naso con cui gioca tutta la ripresa Ferguson dopo aver fermato con le cattive un lanciatissimo Leao. E’ il manifesto di una notte in cui il Bologna era disposto a tutto pur di ricordare alla sua gente che sapore avesse la felicità.

Mercoledì quattordici maggio duemilaeventicinque. Va scritta per esteso, sì, perché è una data che resterà impressa per sempre sulla pelle di una città. Caro amico, ti scrivo domani.

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