Bologna, vedi Napoli e ti rafforzi. Osimhen sbaglia, i rossoblù tengono. Dopo la Juve, un’altra big ipnotizzata

Il nigeriano prima colpisce un palo in avvio, poi fallisce un rigore (molto dubbio) a metà secondo tempo. La squadra di Motta al secondo 0-0 di fila dopo Verona: davanti c’è da migliorare, ma la tenuta è giusta. .

di GIANMARCO MARCHINI -
25 settembre 2023
Osimhen sbaglia, i rossoblù tengono. Dopo la Juve, un’altra big ipnotizzata
Osimhen sbaglia, i rossoblù tengono. Dopo la Juve, un’altra big ipnotizzata

Pensate se questo Bologna sapesse anche segnare. L’ironia nulla vuol togliere al grande cantiere che Thiago da un anno a questa parte sta portando avanti e che nella notte del Dall’Ara ha trovato una conferma importante: la partita pareggiata contro il Napoli certifica che i lavori procedono e lo fanno nella direzione giusta. Chiaramente come in tutte le grandi opere servono tempo e pazienza, perché intoppi e cambi di programma vanno messi in conto. Figuriamoci poi se in estate gli ingegneri hanno rivoluzionato il progetto.

Tempo e pazienza, che i gol, appunto, arriveranno, così come le vittorie. Una sola finora, con il Cagliari, prima della sosta: per il resto, una sconfitta al debutto con il Milan e tre pareggi, con Juventus, Verona e Napoli, appunto. Gli ultimi due peraltro senza reti. I gol, dicevamo. Ecco che la squadra orfana di Arnautovic (24 firme in due stagioni), ha messo insieme appena tre sigili in cinque gare. Per capirci, peggio hanno fatto giusto Udinese (1), Cagliari (1) ed Empoli (0) che, non a caso, occupano le ultime tre posizioni della classifica. Niente drammi e soprattutto niente analogie pericolose. Questo Bologna nulla ha a che spartire con tre formazioni votate a un campionato di sofferenza.

I rossoblù hanno uomini e idee per puntare in tutt’altra direzione, molto più in alto. Dove? Riparliamone quando la squadra avrà trovato una sua nuova vera identità. Nel frattempo, ci si aggrappa a una certezza: Thiago e la sua filosofia da declinare su una squadra non stravolta, ma, sì, profondamente ridisegnata dal "mercato più difficile di sempre" (citazione Sartori). Perché il calcio di Motta è un esercizio innovativo, votato alla coralità, dove non c’è spazio per la dittatura dei solisti. Tutti utili - come dimostra l’Aebischer promosso ieri capitano - e nessuno indispensabile, a cominciare da quell’Orsolini che contro il Napoli è arrivato alla terza panchina di fila. Tenere fuori il cannoniere dell’ultima stagione è una mossa un po’ pericolosa, soprattutto se gli altri non dovessero essere in grado di colmare il vuoto dei suoi undici gol. A proposito: altra grande prova da regista offensivo di Zirkzee, ma i gol quando? Presto, anche qui per aprire processi, così come l’infaticabile Ndoye (ieri tanto lavoro e tre azzurri ammoniti sul conto) e l’istrionico Karlsson hanno bisogno di adattarsi a un calcio totalmente diverso. Conosce bene la A, invece, Saelemaekers che ieri ha debuttato nella ripresa con la maglia rossoblù, mostrando subito una voglia matta di lasciare il segno. Il futuro è dalla sua, così come si spera che il vento torni a tirare dalla parte di Orso, del cui talento il Bologna non può prescindere. Il tempo restituirà anche il Freuler dei bei tempi in maglia Atalanta. Nell’attesa che sbocci il nuovo Bologna, ci si consola con la metà piena del bicchiere con il Napoli e con il Verona: gli zero gol subiti per due partite consecutive. Certo, ieri ha aiutato la scarsa vena di Osimhen, ipnotizzato dopo 5’ da Skorupski (palla deviata sul palo) e scellerato nel calciare fuori il rigore molto dubbio fischiato da Ayoroldi per mani di Calafiori (28’). Giovedì intanto si va a Monza, molto probabilmente senza Posch e Lucumi, fermati ieri da due guai muscolari: l’austriaco si è arreso dopo appena sei minuti, il colombiano a metà ripresa.

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