Bologna verso la finale di Coppa Italia: cinque sfide decisive per l'Europa
A Udine una frenata ’fisiologica’: pesano gli infortuni e la scarsa condizione dei big. Ma a parte la Roma, tutte le avversarie per la Champions viaggiano ad alti e bassi. E il campionato può aiutare a tenere alta la tensione in vista della Coppa Italia

Vincenzo Italiano, 47 anni: il Bologna è quinto a 61 punti e in finale di Coppa (Alive)
Bologna, 30 aprile 2025 – Ha ragioni da vendere Vincenzo Italiano quando sostiene che la lotta per l’Europa che in campionato si è fatta una sfida all’Ok Corral tra sei squadre (dai 65 punti dell’Atalanta ai 59 della Fiorentina) può tramutarsi in una palestra preziosa per allenare lo spirito con cui presentarsi alla finale di Coppa Italia col Milan del 14 maggio. Questo perché, compreso l’ultimo atto della Coppa nazionale, da qui a fine maggio il suo Bologna è come se dovesse affrontare cinque finali. Non solo il Bologna-Juve di domenica prossima che il tecnico ha giustamente etichettato come "spareggio" o il viaggio al Franchi subito dopo la finale di Coppa dove i rossoblù troveranno una Fiorentina desiderosa di consumare il sorpasso, ma anche il Milan-Bologna del 9 maggio al Meazza o l’ultima fatica casalinga col Genoa. Finali pure queste, nel senso che per strappare uno slot, più o meno di prestigio, in Europa saranno entrambe partite da vincere.
Dopodiché tutti vorrebbero vincerle tutte, ma a turno quasi tutte steccano. E’ successo alla Juve uscita di recente con le ossa rotte da Parma, alla Lazio lunedì notte fermata in casa dagli stessi ducali e perfino all’Atalanta di un allarmato Gasperini, bloccata al Gewiss Stadium dal Lecce. Solo la strabiliante Roma di Ranieri costituisce una formidabile eccezione alla regola. Non a caso nelle ultime 10 giornate di campionato sono proprio i giallorossi quelli che hanno conquistato il maggior numero di punti: 26. E al secondo posto di questa parziale classifica c’è proprio il Bologna, che di punti ne ha raccolti 20 al pari del Como: le altre tutte a seguire.
Questo per dire che la frenatina di Udine è legittimo che offra spunti di riflessione critica ma appare quasi fisiologica per un gruppo che da mesi corre a velocità supersonica. Purtroppo è fisiologico avere un mezzo passaggio a vuoto anche quando alcune perdine chiave sono in infermeria, o in campo ci vanno ma in condizioni lontane da quelle ideali. Avere un Castro a mezzo servizio (e forse stiamo larghi) è un problema vero. Ancora più grave aver perso, si spera solo per un paio di settimane, un ‘apriscatole’ delle difese come Ndoye. In più Holm è ancora in infermeria, il Ferguson appena guarito dall’infortunio deve ritrovare brillantezza, Dallinga per colpa della pubalgia non può alzare più di tanto i giri del motore e almeno un paio di titolarissimi, vedi Freuler e Odgaard, a Udine sono apparsi un po’ frusti. La somma di tutti questi fattori non può fare certo il migliore dei Bologna possibili.
Ma ognuno in realtà ha i suoi guai e il suo calendario complicato. La Juve adesso è a +1, ma è un margine esiguo considerato che i bianconeri di Tudor dopo il viaggio al Dall’Ara affronteranno la Lazio all’Olimpico. La Roma, che oggi appare invincibile, domenica in casa può togliere punti alla Fiorentina ma non è detto che raccolga punti anche nel turno successivo sul campo dell’Atalanta.
C’è un altro motivo per non fare del catastrofismo gratuito. Dopo una caduta, o una frenata, questo Bologna in stagione ha sempre trovato una vittoria. Tudor è avvertito, anche se al Dall’Ara la Signora avrà due risultati su tre a disposizione. Resta in ogni caso uno spareggio: per il Bologna uno spareggio da vincere.
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