Con il Cagliari, come con il Milan, il tecnico ha inserito 6 giocatori diversi rispetto alla partita prima: un modo per coinvolgere tutti. La legge Italiano: squadra che vince, si cambia
Il Bologna insiste e non molla. Altra vittoria in rimonta. Altra vittoria segnata dagli innesti di Italiano con il Cagliari,...

Vincenzo Italiano, 47 anni (Alive)
Il Bologna insiste e non molla. Altra vittoria in rimonta. Altra vittoria segnata dagli innesti di Italiano con il Cagliari, come già precedentemente con Monza, Torino e Monza, in tre delle precedenti quattro gare casalinghe: e fanno cinque in fila in casa. Ma i dati a disposizione dicono che le scelte vincente di società e tecnico risalgono al mercato estivo e invernale, quanto la società ha optato per una rosa lunga, parzialmente asciugata nell’ultima sessione, in virtù dei rientri di Cambiaghi, El Azzouzi e Aebischer: fuori da agosto, i primi due, da fine ottobre il terzo, senza contare un Ferguson rientrato e tornato a fare la differenza, seppur in un ruolo di mediana che lo rende meno protagonista sotto porta, ma ugualmente fondamentale. Rosa lunga e turn over, con annessa capacità di effettuarlo, gestirlo e far sentire tutti coinvolti: ecco il principale segreto della rimonta in chiave europea del Bologna.
Vedere per credere le ultime gare. Tra Milan e Cagliari, il tecnico ha cambiato 6 elementi: l’intera linea difensiva, passando da De Silvestri, Beukema, Casale e Miranda a Calabria, Erlic, Lucumi e Lykogiannis. Ma pure Pobega al posto di Ferguson in mediana e Orsolini al posto di Ndoye sulla corsia destra d’attacco. Ma pure con il Milan aveva variato l’undici iniziale di 6 elementi: più del cinquanta per cento, rispetto al ko di Parma, anche se più bilanciato tra i reparti. Ovvero De Silvestri per Calabria, Casale per Lucumi, Moro per Ferguson in mediana, Dominguez per Cambiaghi davanti, Fabbian per Pobega sulla trequarti e Skorupski per Ravaglia tra i pali.
Più in generale, Italiano è tra i tecnici che ha variato più formazioni in serie A, che mai ha riproposto lo stesso undici. Avendo giocato fin qui spesso ogni tre giorni, tra campionato, Champions e Coppa Italia. Una scelta dettata dal bisogno di gestire forze e condizione dei rossoblù e dall’intenzione di dare far sentire coinvolti tutti gli elementi della rosa. Ma non solo. C’era e c’è pure la capacità di lettura della crescita dei calciatori in ascesa e il momento di forma: vedi Dominguez e Castro, per fare i due esempi eclatanti insieme a Holm e a Odgaard, che lo ha portato al passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1, modulo della svolta. Ma pure di Casale, riserva a inizio stagione e ora aspirante titolare a pieno titolo nelle rotazioni. All’interno del ragionamento rientra pure l’inserimento e il reinserimento di giocatori reduci da infortuni, a partire da Cambiaghi e Ferguson.
Marcello Giordano
Continua a leggere tutte le notizie di sport su