Dall’esonero di Pippo ai sogni d’Europa. Quattro anni dopo è tutto un altro Joey
Nel gennaio ’19 Saputo cacciò Inzaghi dopo lo 0-4 con il Frosinone: oggi il patron è coinvoltissimo nel mondo rossoblù

Dall’esonero di Pippo ai sogni d’Europa. Quattro anni dopo è tutto un altro Joey
Da un Frosinone all’altro, millesettecentoventotto giorni dopo, è tutto un altro Saputo: e di conseguenza tutto un altro Bologna. Perché quel Frosinone apparente portatore di sventure quattro anni fa a Casteldebole produsse il primo segnale di svolta dato a una proprietà che per troppo tempo si era cullata sugli allori del massimo risultato, la salvezza, col minimo sforzo.
E invece le quattro scoppole rifilate dai ciociari ai rossoblù di Pippo Inzaghi al Dall’Ara in quel memorabile (ahinoi) 27 gennaio 2019 aprirono gli occhi a Joey e diedero una scossa a tutto l’ambiente. Saputo, quel giorno, scelse di affrontare i tifosi che in corteo davanti all’ingresso della tribuna, dopo il patatrac sul campo, avevano inscenato una legittima contestazione. "Le cose dovranno cambiare e cambieranno", promise Saputo ai tifosi. "Devi cacciare anche tutti i dirigenti", azzardarono i rappresentanti della curva. "Nella mia azienda decido io come fare", fu la risposta di Joey. Risultato: via Inzaghi, dentro Mihajlovic e confermati in blocco Fenucci, Di Vaio e Bigon (che pagò dazio solo più tardi).
La ripartenza è stata impetuosa nei primi quattro mesi ma poi si è affossata sulla tragica fatalità della malattia di Sinisa. Il Bologna ha davvero cambiato passo solo un anno fa, con gli arrivi di Sartori e Motta (scelti da Fenucci e Di Vaio, non paracadutati dal cielo). Saputo, invece, è in questo 2023 che ha deciso di cambiare le proprie abitudini spostando il suo baricentro a Casteldebole. Da gennaio il figlio Luca fa apprendistato a Casteldebole in tutti i settori del club, tanto che in questi giorni si sta ragionando sull’opportunità di farlo entrare nel cda del club. In estate è sbarcato sotto le Due Torri il suo fratellino Jesse, oggi in forza all’Under 17 rossoblù. E Saputo padre ha seguito l’onda, diventando un inquilino fisso di Casteldebole. Ieri mattina Joey era regolarmente nel suo ufficio quando la squadra sosteneva la rifinitura sul campo. Venerdì l’azionista di maggioranza aveva premiato i dipendenti storici del club, nel segno del ‘We are one’ che campeggia dal 2014.
La sfida col Frosinone sarà la nona partita in presenza di Saputo: nove come le giornate di campionato. Della serie: Joey è diventato un martello in carne e ossa, anche se non ha smesso di fare il bancomat che ripiana le perdite di bilancio (martedì è in programma l’assemblea dei soci e si conoscerà l’esatta entità del passivo). Da un Frosinone all’altro c’è la storia di un proprietario che ha cambiato atteggiamento e a cascata tutto è migliorato. Prossimo step: il rinnovo di contratto di Motta.
Massimo Vitali
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