Destinazione Champions. I numeri dicono Bologna. Con altri 20 punti il sogno può diventare ancora reale
Negli ultimi anni il quarto posto è stato a quota 70: Italiano è già arrivato a 50 .

L’esultanza di Lewis Ferguson con Riccardo Orsolini, dopo la vittoria sul Cagliari A sinistra, i rossoblù festeggiano sotto il settore ospiti del Bentegodi (Schicchi)
Il Bologna di Italiano vola, la Juve di Motta affonda. E a dieci giornate dalla fine, con 2 soli punti di divario in classifica e lo scontro diretto di maggio in programma al Dall’Ara, il sogno di ogni tifoso rossoblù è quello di riuscire a strappare la Champions all’Icaro della panchina bianconera che qui un anno fa firmò un capolavoro ma che adesso rischia di emulare il triste epilogo di colui che per l’ambizione di volare troppo vicino al sole finì per sciogliere le ali.
In realtà più che quella di Icaro in molti sotto le Due Torri per Thiago evocherebbero volentieri la figura di Giuda: ma questo attiene alle dinamiche di amore/odio del popolo tifoso.
Poi ci sono i freddi numeri e i numeri dicono che per agguantare nuovamente un posto in Champions, nell’ipotesi che le italiane nella massima competizione d’Europa la prossima stagione siano quattro (la quinta poltrona oggi è un’opzione lontana), il Bologna di Italiano dovrebbe accumulare un bottino finale di 70 punti. E’ questa la quota minima che in cinque delle ultime sette stagioni ha dato diritto a un posto in Champions. Dopodiché tra il Bologna e una nuova qualificazione alla Champions oggi non c’è solo la Juve male in arnese di Thiago ma anche, per non andare troppo lontano coi ragionamenti, la Lazio di Baroni con cui i rossoblù se la vedranno domenica al Dall’Ara nel più classico, e più cruciale, degli scontri diretti.
Resta il fatto che nemmeno il più inguaribile degli ottimisti lo scorso luglio a Valles, dopo aver perso Motta sedotto dalle sirene bianconere, poteva immaginare di ritrovarsi oggi nuovamente in corsa per la più nobile delle competizioni. Nemmeno Vincenzo Italiano, il cui Bologna, dall’alto dei suoi 50 punti, oggi ha assunto a pieno titolo l’etichetta di grande. Prova ne sia il fatto che quasi tutte le inquiline della colonna destra della classifica affrontano i rossoblù asserragliandosi nel fortino, come ha fatto nei primi quaranta minuti di partita domenica il Verona.
Merito dei rossoblù essere riusciti a far saltare il bunker con i gol di Odgaard e Cambiaghi. E’ invece un demerito aver rimesso in partita l’Hellas, nonostante la superiorità numerica, in un finale che poteva costar caro. Tutto è migliorabile, compresa la concentrazione da tenere alta nei finali di partita. Del resto questo Bologna non può permettersi di rallentare. Detto che anche Europa League e Conference sarebbe un cascare in piedi, se i rossoblù vogliono riagguantare la Champions devono dare un’altra piccola ‘sgasata’.
La media punti di oggi, 1,78 a partita, porta a una proiezione finale di poco meno di 68 punti. Sono quelli che al Bologna di Motta un anno fa bastarono per entrare in Champions da quinti: un’opzione che però oggi appare lontana. Rotta sul quarto posto allora. Con annessa domanda: a quanti punti ha chiuso la quarta in classifica negli ultimi sette campionati di A? Un anno fa l’Atalanta chiuse a 69 punti, nel 2022-23 il Milan a 70, nel 2021-22 la Juve a 70, nel 2020-21 la Juve a 78, nel 2019-20 la Lazio a 78, nel 2018-19 l’Inter a 68 e nel 2017-18 l’Inter a 72. Morale: cinque volte su sette la quota 70 ha permesso di staccare un biglietto per la Champions. Il Bologna per stare al sicuro dovrebbe quindi fare 20 punti in 10 gare, ovvero 2 di media a partita. Provarci è d’obbligo.
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