Di Vaio a un Bologna pieno di ambizioni. "Mercato duro, ma di qualità. La Coppa Italia un obiettivo”
Il bilancio: "Estate formativa per me. Sogno un giorno di guidare l’area tecnica". Sulle cessioni: "Quella di Arna non me l’aspettavo, per quello che ci eravamo detti".

Bologna, 8 settembre 2023 – Sembra ieri che Marco Di Vaio, nel Bologna-Vicenza di Coppa Italia che vide il suo debutto in rossoblù, realizzava il primo gol di una sfida finita 2-0 per gli uomini di Arrigoni: era il 23 agosto 2008. Sono passati quindici anni, Di Vaio ha cambiato mestiere ma l’ambizione non gli è mai venuta meno. Ieri, in coda al suo primo anno da diesse condotto sotto l’ala di un nume tutelare del mercato come Giovanni Sartori, Di Vaio, stuzzicato da una domanda mirata, ha confidato un pensierino per il futuro: "A Bologna in questi anni ho avuto la fortuna di lavorare con quattro direttori sportivi (Corvino, Bigon, Sabatini e Sartori, ndr) che hanno fatto la storia del calcio italiano. E’ stata un’esperienza molto formativa, che mi ha lasciato un bagaglio di conoscenze importante. Quello di diesse è un ruolo molto complicato ma appassionante: mi piacerebbe un giorno poterlo fare da primo responsabile". Come disse quel tale (Matteo Renzi), Sartori stai sereno: se continuerà a sfoggiare i colpi che ha dimostrato ancora una volta di possedere alla voce ‘così in quindici giorni ti rifaccio una squadra’ l’uomo mercato di Lodi sarà ancora a lungo l’architetto del Bologna di Saputo. Però nel calcio mai dire mai.
"Non ho tutta l’esperienza di Sartori ma posso dire che è stato un mercato veramente difficile – rivelava ieri Di Vaio –. Anche perché si sono verificate situazioni inaspettate ad agosto, che è il periodo in cui non puoi permetterti di sbagliare".
Le situazioni che il diesse rossoblù definisce inaspettate sono state le offerte, non banali, arrivate per Schouten e Arnautovic, che hanno indotto il club a intavolare trattative-lampo con Psv e Inter incassando quei milioni che, ecco l’altra faccia della medaglia, sono serviti a rivoluzionare l’organico. "La cessione di Marko non me l’aspettavo – dice Di Vaio –. Per il momento in cui è arrivata, per quello che ci eravamo detti e per l’amore che era stato dimostrato e che lui aveva apprezzato. Avevamo detto di no ad altre offerte (quella della Roma, ndr) ma non mi aspettavo quella dell’Inter. A dire il vero non mi aspettavo neanche la cessione di Schouten: diciamo che mi aspettavo altre partenze". Non tutto il male, forse, viene per nuocere. E infatti: "Le cessioni ci hanno permesso di fare una rivoluzione importante, ringiovanendo la squadra e portando qualità. Ne abbiamo approfittato per continuare il percorso deciso a inizio mercato, con la non riconferma dei giocatori in scadenza".
Il resto è un pensiero per Calafiori: "Per vedere lui e Ndoye non so quanti viaggi abbiamo fatto a Basilea...". E uno per la Coppa Italia, una competizione che fin qui non ha mai sorriso (eufemismo) al Bologna di Saputo: "Per come abbiamo costruito insieme a Motta la squadra, fatta di due giocatori validi per ruolo, andare avanti il più possibile in Coppa Italia è un obiettivo che possiamo perseguire". Fosse che fosse la volta buona.
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