Bologna, si chiude un caso. Il mea culpa di Fabio Poli: “Italiano, tecnico al top”

“Chiedo scusa a Vincenzo e da tifoso sono felice di essermi dovuto ricredere. Bravo, ha impiegato meno tempo del previsto per dare un gioco alla squadra”

di MASSIMO VITALI
2 giugno 2025
Fabio Poli ammette l'errore nel giudizio su Italiano e celebra il successo del Bologna in Coppa Italia.

Fabio Poli ammette l'errore nel giudizio su Italiano e celebra il successo del Bologna in Coppa Italia.

Bologna, 2 giugno 2025 – Fabio Poli a novembre, in un’intervista al nostro giornale: "La proposta di gioco di Italiano non mi convince, oggi non vedo la qualità di gioco che vedevo con Motta. Se il Bologna vuole competere con le grandi dovrà alzare di parecchio il livello delle sue prestazioni".

Fabio Poli oggi, a sei mesi di distanza da quella bocciatura: "Quel mio giudizio si è rivelato sbagliato, chiedo scusa a Italiano. Ma da tifoso del Bologna sono ben felice di essermi dovuto ricredere".

Poli era così quando giocava e oggi che ha 62 anni non è cambiato di una virgola. Un istintivo, un cuore puro, uno che se pensa una cosa, per quanto scomoda, la esprime senza scorciatoie diplomatiche.

Poli, lei in quell’intervista fu piuttosto duro.

"Dissi quello che pensavo allora, sulla base di ciò che avevo visto in quei primi mesi. Non vedevo l’atteggiamento giusto, non vedevo la pressione necessaria nella riconquista della palla e vedevo un centrocampo spesso saltato dai lanci lunghi per le punte. Dissi anche, però, che a Italiano era giusto concedere tempo".

Quel tempo Italiano lo ha messo a frutto per forgiare un Bologna che ha conquistato un trofeo, la Coppa Italia, che mancava da più di mezzo secolo.

"Bravo lui, gli faccio i complimenti: col senno di poi ha impiegato anche meno tempo di quanto sarebbe stato lecito immaginare. Da allora il Bologna è cresciuto tanto, diventando una squadra con un gioco convincente e dominante. E il suggello è arrivato nella notte dell’Olimpico".

Battere il Milan in una finale di Coppa Italia, e averlo fatto con merito, non era scontato.

"No, specie dopo che cinque giorni prima lo stesso Milan ti aveva battuto in campionato. Era molto complicato, in pochi giorni, rimettere in piedi un gruppo che con quella sconfitta di fatto aveva perso la speranza di potersi qualificare di nuovo per la Champions. Ma anche lì Italiano ha saputo toccare le corde giuste, ha motivato il gruppo e ha cambiato qualche dettaglio nella preparazione della partita".

Risultato: anche il prossimo anno Europa garantita.

"E che Europa. Perché la Champions è ricca di fascino ma anche l’Europa League è una signora competizione. E anche se il numero di squadre si è allargato fare le coppe oggi per un club ha un peso maggiore rispetto a quando giocavo io".

La sua Europa fu la cavalcata fino ai quarti di Coppa Uefa nel 1990-91, stagione che culminò con la retrocessione in B.

"Quell’anno ci andò tutto storto. E l’Europa la salutai quando mi ruppi il ginocchio negli ottavi con l’Admira Wacker".

Italiano che ha appena firmato il rinnovo?

"Ha fatto una scelta da allenatore intelligente. Si è reso conto che qui c’è tutto, dalla proprietà ai dirigenti al valore dell’organico, per continuare a fare stagioni di alto livello".

Da ala ad ala: ha visto come vola oggi Orsolini davanti alla porta?

"Orso anche se s’impegna un gol brutto non riesce a farlo. E quest’anno di gol ne ha fatti davvero tanti. Un altro che non credevo che potesse avere questa vena realizzativa è Ndoye. Ma se Orsolini fa il suo record di gol e Ndoye scopre di poter essere anche un bomber torniamo al punto di partenza: bravo Italiano. Oggi con la gioia del tifoso dico che il mister in pochi mesi ha fatto davvero un lavoro straordinario".

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