Il Bologna alla ricerca dei gol per l’Europa. C’è il gioco, le reti degli esterni ancora no

Saelemaekers e Ndoye sempre a secco. Quattro reti per Zirkzee e Orsolini: i rossoblù sono il decimo attacco e quindicesimi per tiri tentati

di MASSIMO VITALI
14 novembre 2023

Il Bologna alla ricerca dei gol per l’Europa. C’è il gioco, le reti degli esterni ancora no

La sconfitta a testa alta del Franchi consegna il Bologna di Motta a una sosta piena di rimpianti per la caduta immeritata nel derby, ma anche di appunti di viaggio utili dopo 12 giornate di campionato, ovvero a quasi un terzo del cammino.

I 18 punti a braccetto con la Roma aggrappati a un settimo posto che a maggio potrebbe voler dire Europa certificano che la squadra ha un gioco, un’identità e una capacità di occupare il campo superiore perfino a chi, segnatamente la Fiorentina, i campi d’Europa li calpesta già. Mica poco dopo che in estate il gruppo è stato rivoltato come un calzino.

Per la cronaca 18 punti dopo 12 giornate, il top dell’era Saputo, li aveva due anni fa anche il Bologna di Mihajlovic, che poi si arenò nella seconda parte di stagione.

Quell’aritmetica che piace così poco agli allenatori, Motta compreso, dice che viaggiando a una media di 1,5 punti a partita a maggio ci si fermerebbe a 57, più dei 54 della scorsa stagione ma meno di quelli che servirebbero per entrare in Europa dalla porta di servizio.

Peraltro va sottolineato come l’uso della parola Europa a Casteldebole sia improprio, dal momento che nessuno, da Saputo ai dirigenti e passando per Thiago, considera la qualificazione alle coppe un obiettivo, e men che meno un parametro utile per giudicare la stagione. Conta di più il capitale umano e ancor di più quello tecnico. Il derby con la Fiorentina ha confermato che Zirkzee e Calafiori sono in orbita (strano che non se ne siano accorte le nazionali maggiori azzurra e ‘orange’), che Ferguson in quell’orbita viaggia già da un anno ma che, per esempio, stentano a decollare Saelemaekers e Freuler, due che in estate erano stati presi per fare la differenza.

Quanto ai gol, la fase difensiva, grazie alle sole 10 reti subite (terza miglior difesa dopo quelle di Inter e Juve), è una medaglia al petto mentre quella offensiva è un piccolo valzer dei ‘vorrei ma non posso’. Oggi il Bologna, con 13 gol all’attivo (gli stesi di Monza, Lazio, Genoa e Lecce), ha il decimo attacco del campionato, ma la nota stonata è che là davanti se non segna Zirkzee, a quota 4 reti, e s’inceppa Orsolini, a secco da 4 partite, il fatturato crolla.

Il secondo tempo di Saelemaekers al Franchi fa ben sperare, ma il belga alla voce gol fin qui è a zero e con la Fiorentina se ne è divorati due. Ndoye ha mille pregi, ma evidentemente non quello di essere un cecchino. Karlsson è fermo ai box fino a Natale. Quanto a Van Hooijdonk, con la Fiorentina un pallone utile e uno scarabocchio di conclusione. Il Bologna di Motta gioca bene e convince, ma potrebbedovrebbe trarre più frutti dal proprio predominio in campo. Lo testimoniano anche i 133 tiri scoccati dai rossoblù, quindicesimi in serie A per attitudine a cercare la porta. Morale: si può fare (e tirare) di più. Ma già così è un gran bell’andare.

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