Il Bologna di Vincenzo Italiano sogna la Champions con il gol di tacco di Ndoye
Il Bologna di Vincenzo Italiano sogna la Champions League grazie al gol di tacco di Ndoye contro il Napoli.

Il Bologna di Vincenzo Italiano sogna la Champions League grazie al gol di tacco di Ndoye contro il Napoli.
La ‘mano de Dios’ e il tacco di Dan. Facendo preventiva mea culpa per un accostamento quasi blasfemo (anche se sempre di Napoli si tratta visto che l’autore di quel gol galeotto ma iconico, segnato all’Inghilterra al Mondiale del’86, fu l’incommensurabile Maradona) non ci possono essere dubbi circa il fatto che il colpo di tacco con cui Ndoye lunedì notte a inizio ripresa ha ipnotizzato Scuffet e con lui tutta la retroguardia del Napoli entra di diritto nella galleria della Grande Bellezza rossoblù.
Un gol esteticamente unico nel suo genere, curiosamente segnato da un attaccante a cui fino a dicembre si imputava un’acclarata idiosincrasia al gol (e invece sono già 8), che puntella un quarto posto che oggi vorrebbe dire Champions League ma che domenica pomeriggio potrebbe dire anche qualcosa di più se il Bologna formato ‘Cinema Paradiso’ di Vincenzo Italiano al Gewiss Stadium riuscisse a piegare l’Atalanta strappandole il terzo posto.
Bello e vincente. E’ il Bologna che a sette giornate dalla fine in campionato può riscrivere un’impresa, sapendo che nelle sale del calcio italiano (con la minuscola) a breve uscirà un altro film, quello dell’assalto alla Coppa Italia. E il denominatore comune di questi viaggi nella gioia e nella perfezione estetica, che oggi fa sognare una città intera, è la concretezza abbinata alla bellezza.
Citiamo in ordine cronologico decrescente: il tacco di Ndoye col Napoli, lo stacco di Fabbian con la Lazio, la sciabolata di Orsolini col Venezia e poi, più indietro nel tempo, la precisione chirurgica del destro di Odgaard con la Fiorentina (bello più per la coralità di manovra che per il valore intrinseco del gesto) e la castagna da fuori area di Castro a Monza, quando a fine settembre andò in scena il primo ciak del Cinema Rossoblù in una partita che rappresentò l’avvisaglia di una stagione da protagonisti.
"Vuoi vedere un tocco di magia? Guarda qua...", ammiccava ieri il profilo Facebook del club rossoblù a commento del video che immortalava il capolavoro di Ndoye: palla servita nello spazio da Miranda, Odgaard in missione speciale sulla corsia sinistra, cross chirurgico per il nazionale svizzero che dal limite dell’area piccola solleva il piede sinistro quel tanto che basta per indirizzare il pallone sotto la traversa. Legno, rimbalzo della sfera oltre la linea di porta e gol: se esiste un dio del pallone lunedì notte al Dall’Ara non avrebbe mai permesso che cotanta bellezza si stampasse sul legno senza trasformarsi nel definitivo 1-1.
Il tacco di Dan continua a fare il giro dei social, emblema di un calcio, quello made in Italiano, che tra tifosi e addetti ai lavori del movimento calcistico nazionale ha conquistato tutti. Se ci fosse una cattedra di estetica applicata al pallone quella oggi andrebbe di diritto a Vincenzo Italiano. Uno che già nel giorno della sua presentazione, a metà tra l’auspicio e la promessa, lo scorso giugno aveva intravisto tutto. "Mi piacerebbe riportare la gente di Bologna a gioire in piazza", disse il tecnico. Sembrava un avvistatore di miraggi e invece era solo profetico.
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