Il Bologna non trova la Via del Mare. Skorupski salva, fuorigioco Dallinga. A Lecce sofferenza e solo uno 0-0
Rossoblù stanchi: Pobega e il portiere decisivi nel primo tempo, nel finale gol annullato all’olandese dal Var. La corsa all’Europa si complica: quinto posto a cinque punti e la Roma più vicina. Venerdì il Toro al Dall’Ara.

Rossoblù stanchi: Pobega e il portiere decisivi nel primo tempo, nel finale gol annullato all’olandese dal Var. La corsa all’Europa si complica: quinto posto a cinque punti e la Roma più vicina. Venerdì il Toro al Dall’Ara.
Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il Via del Mare. Evidentemente Lecce è una tassa che il Bologna deve pagare sulla strada per l’Europa. La scorsa stagione i rossoblù si erano arenati al minuto cento, con un rigore conquistato dal portiere Falcone e la furia di Thiago Motta per il recupero troppo lungo. Uno a uno e scivolone dal quarto al settimo posto. Settimo, dopo ieri, si ritrova anche Vincenzo Italiano che, a differenza del suo predecessore, è meno incline agli alibi e nel post-partita ammette la prova opaca dei suoi ragazzi.
Arrivava dall’impresa di Bergamo, il Bologna e tutta la fatica, anche nervosa, accumulata in Coppa Italia, ha presentato il conto sul campo di un Lecce affamato e ben apparecchiato da Giampaolo. L’avvio è shock: uno scontro Lucumi-Lykogiannis arma il contropiede di Pierotti che serve Tete Morente, murato miracolosamente da Pobega dopo 56 secondi. E miracoloso al 18’ è il doppio intervento di Skorupski su un’altra palla persa da Lyko: San Lukasz prima ipnotizza Pierotti lanciato a porta spalancata e poi con la scarpa nega il colpo a botta sicura di Helgason. Per un piede il Bologna si salva e per un piede maledice la lente d’ingrandimento del Var che al minuto ottantasette nega a Dallinga il gol-vittoria su torre di Pobega. Per l’olandese si tratta della quarta rete annullata in stagione, questa volta davvero per una scarpa. Se son tulipani, fioriranno.
Tra questi due estremi emozionali, si consuma una partita spigolosa, di intensità, sì, ma povera di contenuti per i rossoblù, incartati da un Lecce che pressa alto, fa tanta massa in mezzo al campo con Ramadani e Coulibaly e batte molto sugli esterni, dove invece i rossoblù soffrono. Ndoye e Dominguez non riescono mai ad accendersi e Fabbian, pur spendendosi molto, non ha ancora le letture tattiche di un Odgaard. Dalla somma di questi fattori, ne esce un Santiago Castro troppo isolato. E’ questa la sintesi di un primo tempo che ai punti i salentini stravincerebbero, visto che l’unico sussulto del Bologna è un colpo di testa di capitan De Silvestri, a sorpresa titolare come Casale. Buona la prova del centrale che fa rifiatare Beukema. E da questo punto di vista, preziosissimo è anche il Cambiaghi che si è rivisto ieri dal decimo della ripresa. Con Orsolini, Ferguson e Odgaard ancora fuori, Italiano ha bisogno di trovare linfa nuova in panchina (anche se Calabria e Pedrola restano a guardare).
Al Via del Mare nel finale, il tecnico prova pure le due punte, togliendo Fabbian per Dallinga. E da questa miscela tattica nascono le due occasioni: una è il gol annullato, appunto, sugli sviluppi di un corner e l’altra è il colpo di testa al 50’ ancora dell’olandese, neutralizzato da Falcone. Freuler e compagni agganciano il Milan a 38 punti, ma restano a meno cinque dalla Juve quinta e vedono la Roma avvicinarsi a meno quattro. Venerdì c’è già il Torino al Dall’Ara dove i rossoblù viaggiano a una velocità più alta. L’occasione per rifarsi, senza troppi drammi per ieri. La memoria non dev’essere corta, perché la strada è ancora lunga e questo Bologna è squadra vera.
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