Il martello Italiano. "Vittoria meritatissima. Ma non mi è piaciuta la gestione del finale»

Il tecnico si gode la classifica: "In tre giorni abbiamo aggiunto sei punti pesanti". Poi sgrida i suoi: "Sono arrabbiato per il gol preso e l’atteggiamento nel recupero. In trasferta facciamo fatica, ci dobbiamo lavorare: domenica andremo a Verona".

di MASSIMO VITALI
3 marzo 2025
Vincenzo Italiano sereno: il suo Bologna è da tempo sulla strada giusta (Schicchi)

Vincenzo Italiano sereno: il suo Bologna è da tempo sulla strada giusta (Schicchi)

Che faccia ha dopo il novantesimo Vincenzo Italiano? In teoria la faccia di un allenatore raggiante di felicità. Ma se il Bologna è lassù è perché in panchina siede un ‘martello’ che cura tutti i dettagli e che anche in un giorno di festa, l’ennesimo di una stagione spettacolare, individua un aspetto in cui questo Bologna può, anzi a sentir lui deve, "crescere in fretta" (testuale).

Partiamo dalla fine: "Non mi è piaciuto il modo in cui abbiamo gestito i minuti di recupero, concedendo al Cagliari due calci di punizione da cui potevano nascere pericoli. Queste due cose, in aggiunta al modo in cui abbiamo preso gol nel primo tempo, sono aspetti da migliorare se vogliamo essere al livello delle squadre che stanno davanti". In realtà tra le squadre che ‘stanno davanti’ da tempo c’è stabilmente il Bologna. Una squadra che anche quando cade, com’è successo col Parma, infila due vittorie consecutive.

La sintesi la fa Italiano: "In tre giorni abbiamo aggiunto sei punti alla nostra classifica. Quella di oggi è una vittoria ottenuta con merito, figlia di un’altra grande reazione: ma nel primo tempo ci siamo un po’ complicati la vita da soli". La lingua batte dove il dente duole, ovvero sull’azione del gol di Piccoli. "Quel gol mi ha fatto arrabbiare – ammette il tecnico – perché nell’unica situazione in cui siamo stati chiamati a difendere non abbiamo fatto bene. Non è semplice rimettere sempre in piedi le partite. A fine primo tempo ne ho cambiati tre ma avrei dovuto cambiarne altri tre". Detto senza enfatizzare la critica, giusto per non far passare in cavalleria gli errori. A Italiano non dev’essere nemmeno piaciuto qualcosa successo in tribuna nel finale, forse l’eco sopita di un tifoso ipercritico, se dopo il triplice fischio il tecnico ha disegnato con le mani un gesto che voleva dire ‘state calmi’. Spiegazione del diretto interessato: "Era rivolto a un amico. La perfezione non esiste e questo Bologna è fatto di tanti ragazzi giovani che vanno accompagnati". Accompagnati ed educati a migliorare, sempre che questo Bologna già di suo così sfavillante abbia ulteriori margini di crescita.

"L’atmosfera che si respira allo stadio è fantastica e spinge i ragazzi a restare dentro la partita anche nelle situazioni più difficili: ma è fuori casa che dobbiamo migliorare. Domenica andiamo a Verona, un campo difficile in cui però vogliamo continuare a far punti. In settimana dovremo lavorare su questo aspetto, per far sì di avere anche in trasferta la mentalità che ci accompagna al Dall’Ara".

Sul rigore di Orsolini, ammette, si è girato verso la panchina. "Lo faccio ad ogni calcio di rigore anche se so che Orso in questo gesto tecnico è forte. Si era un po’ irrigidito dopo l’esclusione col Milan ma la scelta ha pagato, perché lo abbiamo avuto fresco col Cagliari. La sua è una doppietta importante per tutta la squadra". Applausi anche per Castro: "Quando un centravanti tocca tra i trenta e i quaranta palloni vuol dire che è dentro al gioco". Mai ‘dentro’ come Cambiaghi, che in sala stampa sorride al suo fianco: "Nick dopo i tanti mesi fuori sta rispondendo presente".

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