Italiano, onestà e rabbia. "Dovevamo fare di più. Ma quel mancato rosso poteva cambiare la gara»

L’analisi del tecnico: "Primo tempo dominato, nella ripresa siamo stati carenti. Eppure la nostra prestazione è stata migliore di quelle offerte a Empoli e Lecce". Sull’arbitro: "Il rigore? Per me non c’è mai. Ma se vogliono l’uniformità, allora sì". .

di MASSIMO VITALI
23 febbraio 2025
L’ira di Vincenzo Italiano al Tardini: brutto pomeriggio. per il suo Bologna (Schicchi)

L’ira di Vincenzo Italiano al Tardini: brutto pomeriggio. per il suo Bologna (Schicchi)

Tutta colpa di Abisso no: ma un po’ di colpa Abisso ce l’ha se il Bologna interrompe la striscia di dieci risultati utili consecutivi, fiore all’occhiello, fino a ieri, del 2025 rossoblù. Colpa di un Bologna che ogni volta che deve scardinare difese bunker (Empoli, Lecce e Parma: tre indizi fanno una prova) non sa che pesci pigliare? Sì, ed è la colpa più grave di giornata. Italiano è d’accordo a metà: nel senso che il primo tempo dei suoi gli è piaciuto. "Meglio anche del primo tempo col Torino", azzarda il tecnico. "I nostri primi quarantacinque minuti mi sono piaciuto tantissimo. Non posso dire la cosa del nostro secondo tempo: quando ci troviamo davanti delle difese chiuse dobbiamo fare qualcosa di diverso".

Ma il tema caldo è quello dei fischi di Abisso. Indifendibile la decisione di non estrarre il secondo cartellino giallo quando Cancellieri stende Cambiaghi da dietro al 64’. "Giudicalo tu – dice provocatoriamente Italiano a chi gli fa la domanda –. Penso che in partite come queste restare in dieci ti dia uno svantaggio, ma è del rigore che voglio parlare". Eccolo il suo messaggio: "Se vogliono l’uniformità allora questi sono sempre rigori: ma per me questo non è rigore. Non può essere rigore quando il difendente corre dentro l’area, va in pressione e la palla gli colpisce il braccio. Diverso è quando il difendente col braccio cerca il pallone per interrompere la linea di passaggio". E non è il caso di Beukema. Italiano però è troppo onesto per non ammettere che ci sono anche le responsabilità dei suoi ragazzi nel ko del Tardini.

"In termini di dominio della partita era da tempo che non vedevo la mia squadra fare così bene – osserva –. Ma siamo stati carenti nella produzione offensiva, specie nel secondo tempo. Adesso abbiamo dei giocatori da recuperare sul piano della condizione, perché queste defezioni a livello di qualità là davanti qualcosa ci tolgono. Ci è mancata la stoccata vincente". E non è la prima volta che succede. Il pensiero corre alle frenate di Empoli e Lecce: anche in quel caso il Bologna andò a sbattere contro un muro tornando a casa dalle due trasferte con un pari. Italiano però non accetta l’accostamento. "Oggi non era il Bologna di Empoli, né quello di Lecce – sottolinea –. Abbiamo fatto molto meglio rispetto a quelle due trasferte, però nel calcio il risultato condiziona i giudizi".

Resta un ko che fa male e che rappresenta una brutta frenata sulla strada per l’Europa. "Là davanti bisogna pedalare e correre – prosegue Italiano –. Corrono tutte e corre anche chi arriva da dietro, vedi la Roma". Fermarsi non è il massimo se l’imperativo categorico è correre. Ancora sul secondo tempo sterile dei suoi: "Dovevamo cercare di più la profondità, riempire di più l’area: e invece ci siamo imitati a un giro palla a ritmi bassi. Contro squadre che si chiudono dobbiamo fare di più. Non perdevamo da un sacco di partite, ma anche una sconfitta può essere una lezione da cui ripartire". E giovedì c’è l’esame Milan.

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