Italiano parte forte. "Ci aspetteranno al varco. Ma il mio Bologna è forte e vuole stupire ancora»

Il tecnico al debutto: "Mi emozionerò all’inizio, poi sarò il dodicesimo in campo". Sulla stagione: "Seguirò il solco tracciato, ci serve tempo. Saremo competitivi".

di MASSIMO VITALI -
18 agosto 2024
"Ci aspetteranno al varco. Ma il mio Bologna è forte e vuole stupire ancora"

Il tecnico al debutto: "Mi emozionerò all’inizio, poi sarò il dodicesimo in campo". Sulla stagione: "Seguirò il solco tracciato, ci serve tempo. Saremo competitivi".

L’Udinese bussa alla porta, il sostituto di Calafiori ancora no, mentre la Champions da suadente carezza si è fatta percorso disseminato di incognite. Un po’ come il Bologna che sta faticosamente prendendo forma dal mercato, circondato dall’indifferenza di quasi tutti gli addetti ai lavori. Con questi chiari di luna alla vigilia del debutto in campionato ti aspetteresti un Vincenzo Italiano legittimamente cauto e astutamente diplomatico. E invece no: il nocchiero sorride e dalle fessure sotto la pelata traspaiono bagliori di sano ottimismo sulla stagione che verrà. Con una premessa: "Aver dovuto fare a meno di tanti giocatori importanti in questo inizio di stagione non ci ha aiutato. Quando arriva un allenatore nuovo servono tempo e pazienza per trovare in fretta un’identità. Ma qui c’è tanto talento e quando i carichi di lavoro saranno smaltiti e avremo tutti i giocatori in gruppo questa qualità verrà fuori".

Ne è convinto Italiano, che non ha l’aria di uno disposto a farsi schiacciare dal fantasma di Thiago Motta. Anzi: di chi è arrivato prima, pur senza mai citarne il nome, il tecnico siciliano tesse le lodi: "Questa squadra ha dimostrato di essere brava in entrambe le fasi, quella del possesso e quella del non possesso. Noi dobbiamo conservare la stessa fiducia e autostima, sapendo che il nuovo allenatore non solo non metterà i bastoni tra le ruote a un gruppo che vuole giocare un bel calcio, ma lo incentiverà: perché i bolognesi amano il bel calcio e se non giochi bene i risultati non arrivano".

Vincenzo l’ambizioso non arretra nemmeno di fronte agli obiettivi di stagione. Anche in questo caso con una premessa: "Dopo la stagione che ha fatto il Bologna tutti ci aspetteranno al varco: quindi dovremo andare ancora più forte". Il seguito è un crescendo di ottimi propositi: "Nessuno ci inserisce nelle griglie di inizio stagione? Di griglie in carriera ne ho viste tante stravolte. La verità è che siamo in corsa su tre fronti e vogliamo far bene in ogni competizione. Perché non possiamo diventare quelli che in Champions danno fastidio agli squadroni? E perché non dovremmo fare strada in Coppa Italia? In campionato il Bologna viene da due grandi stagioni e noi vogliamo continuare su quella strada, se possibile migliorandola". Il modo per tramutare gli ambiziosi auspici in realtà è l’unico che conosce l’uomo che ha pilotato la Fiorentina a tre finali in altrettante stagioni.

"Tutti devono saper far tutto e sentirsi coinvolti, perché con tante partite ci sarà davvero bisogno di tutti. Mi piacerebbe quest’anno avere ventitré robot in grado di giocare sempre, ma l’esperienza mi insegna che recuperare in due-tre giorni la condizione quando ci sono partite ravvicinate è molto complicato". Il resto sono elogi a Ndoye ("può giocare su entrambe le fasce, averlo è una manna") e Cambiaghi ("si è rivelato il calciatore e l’uomo che tutti volevamo") insieme a un’inevitabile concessione a se stesso: "E’ l’inizio di una nuova avventura e sì, mi emozionerò. Ma al fischio dell’arbitro diventerò come sempre per i miei ragazzi il dodicesimo uomo in campo".

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