Italiano, una risposta da grandi: "La classifica è sempre più bella"
Il tecnico: "Avevamo bisogno di fare risultato lontano dal Dall’Ara. In pochi vinceranno su questo campo"

Vincenzo Italiano, 47 anni: tornava in quel Bentegodi dove ha giocato per 13 stagioni
Finalmente la prima vittoria in trasferta del 2025. La risposta che Vincenzo Italiano chiedeva al suo Bologna dopo le prestazioni deludenti con Empoli, Lecce e Parma arriva al Bentegodi: "E la classifica è sempre più bella", spiega il tecnico. Aggancio al quinto posto riuscito, aspettando la sfida Lazio-Udinese di questa sera e il faccia a faccia di domenica con i biancocelesti. Quello che fa sorridere il tecnico, è il segnale di forza del gruppo: "Volevamo e dovevamo dare una risposta a noi stessi dopo le ultime trasferte non belle per qualità ritmo e dinamismo. Avevamo bisogno di una svolta mentale lontano dal Dall’Ara, dove ci riesce più facile performare ad alti livelli. Fuori avevamo perso qualcosa: oggi però siamo stati bravi nella gestione della gara e a sfruttare con concretezza le occasioni. I ragazzi mi sono piaciuti, anche se ci siamo complicati la vita nel finale".
Perché il successo arriva, ma i rossoblù rischiano di dare un calcio al secchio del latte sul 2-0 e con l’uomo in più subendo il ritorno dell’Hellas e subendo il gol di Mosquera. Ma considerato che la vittoria in trasferta mancava dal 21 dicembre a Torino, Italiano preferisce sottolineare maggiormente gli aspetti positivi: "Vincere non è facile per nessuno, i risultati non scontati sono all’ordine del giorno, specie in un finale di stagione in cui i punti pesano di più. E qui, contro questo Hellas, sono convinto che vinceranno in pochi. Non abbiamo praticamente mai concesso il fianco alle loro ripartenze, trovando soluzioni e giocate contro il loro blocco basso difensivo. Mancano dieci gare, dobbiamo cercare di tenere il passo, quella di oggi è una vittoria da squadra forte, matura".
E finalmente lunga. Italiano si gode il contributo dei subentrati: "Dico bravi a tutti. Cambiaghi entra e fa gol, Dominguez entra nell’azione con l’assist, Odgaard è rientrato alla grande. Siamo stati a lungo senza Ferguson e Cambiaghi, avevamo perso Orso, Jens e altri e li abbiamo ritrovati, come Aebischer, che è entrato benissimo. Se chi subentra offre questo supporto a chi comincia possiamo andare lontano". Italiano non vuol sentir parlare del possibile rigore di Ferguson su Bradaric (per Zanetti "era lampante"): "Dal vivo pensavo fosse scivolato, non l’ho rivisto. A noi quest’anno sono accadute diverse sviste, alcune clamorose. Penso gli episodi possano compensarsi nell’arco di un campionato, ma alla lunga le squadre forti vengono fuori e vanno oltre queste cose". Come il suo Bologna. Una sola cosa non gli è piaciuta, spedendo un chiaro messaggio a Dallinga: "Doveva chiudere la gara col 3-1. Ha dato tutto, ma lì non doveva sbagliare, perché se sul tacco successivo del Verona Lucumi avesse toccato la palla con la mano, non sarei venuto a parlare per la rabbia dello spreco. E altre volte è accaduto".
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