L’assist di Dossena. "Bologna, puoi lottare per l’Europa fino alla fine. Motta destinato a una big»
L’ex centrocampista: "Metto anche il Toro nel gruppetto in corsa per le coppe"

Zinetti, Benedetti, Vullo, Paris, Bachlechner, Sali, Pileggi, Dossena, Garritano, Fiorini, Colomba. E in panca Gigi Radice. Filastrocca, e dolce ricordo, di uno dei Bologna più arrembanti degli ultimi cinquant’anni. Stagione di potenziale disgrazia, che poi si fece grazia, 1980-81: vittoria in casa della Juve, Colomba e Dossena a braccetto in nazionale e settimo posto finale nonostante la mannaia del -5 per la storiaccia, pregressa, del calcioscommesse. "E’ invece quell’anno la nostra sul campo fu una gran bella storia", regista dinamico di quella squadra che giocava a testa alta, macinando avversari e punti.
Dossena, quarantatré anni dopo c’è un Bologna che sogna l’Europa.
"Intanto mi faccia ricordare che il mio Bologna senza i cinque punti di penalizzazione sarebbe arrivato quinto: con le regole di oggi sarebbe Europa piena".
A Motta forse basterebbe, si fa per dire, il settimo posto a maggio.
"Se ripenso alle partite che ho visto del Bologna quest’anno mi vengono in mente alcuni concetti chiave: personalità, idee di gioco chiare, organizzazione, capacità di stare sempre dentro la partita e autostima che inevitabilmente con i risultati è cresciuta".
E’ il motivo per cui la piazza sogna.
"Io penso che dietro le prime-cinque sei ci sia un gruppetto di squadre che l’Europa potrà giocarsela fino in fondo. E tra quelle di sicuro c’è il Bologna".
C’era una volta il Bologna di Radice e oggi c’è quello di Motta.
"Motta per proposta di gioco e risultati ha dimostrato di avere massima autorevolezza. Chiaro che se continua così prima o poi arriverà ad allenare una big, ma qui mi fermo: perché ci sono calciatori che fanno strabene in una piazza e a cinquanta chilometri di distanza fanno già più fatica. Certo fin qui Motta non ha sbagliato un colpo".
Speriamo che non sbagli i prossimi due colpi l’Italia di Spalletti con la Macedonia e l’Ucraina.
"Non sarà facile ma mi sento di dire che non possiamo fallire l’appuntamento. Restare a casa dai prossimi Europei, dopo aver già saltato due Mondiali, per il nostro calcio sarebbe disastroso. Quindi forza Spalletti".
A Napoli invece hanno rispolverato il forza Mazzarri.
"E’ un ritorno importante, con tutto quello che comporta. Mazzarri avrà fatto le sue valutazioni prima di accettare, il club pure. Di sicuro è un allenatore che in carriera i risultati li ha portati a casa".
Alla ripresa del campionato si sfidano Bologna e Torino: il club con cui lei ha esordito in A e quello che lo ha prima svezzato e poi reso protagonista.
"Oggi la classifica vede il Bologna davanti, ma anche il Toro di Juric mi sembra una squadra viva: metto anche i granata nel gruppetto di chi potrà lottare per l’Europa".
Lei invece dal 2019, con la onlus ‘Special Team Legends’ capitanata da Paolo Maldini, lotta per dare una mano a ex calciatori ed ex calciatrici in difficoltà, costretti a vivere nell’indigenza o inghiottiti dal tunnel della depressione e delle dipendenze.
"Aiutiamo chi ci ha regalato momenti di spensieratezza e una volta finita la carriera sprofonda nel buio. Può succedere quando si spengono i riflettori e non ci si riesce ad adattare ad una vita completamente nuova: è lì che a volte senza accorgersene si scivola nel male oscuro della depressione. Conosco ex colleghi che hanno dilapidato i soldi in pochissimo tempo, per colpa di droga, alcol e ludopatia, che sono le risposte sbagliate al disagio che vivono. Ma è importante che sappiano che non sono soli".
Li sente ancora i ragazzi di Radice?
"Ero in contatto con Colomba, Paris l’ho visto di recente ed ero molto legato a Fiorini, che purtroppo non c’è più. Con Zinetti invece ci vediamo spesso per via della comune passione per il golf. Bologna per me è speciale: lì ho conosciuto mia moglie Tiziana, lì sono nati i miei due figli Gianluca e Andrea".
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