Lezione di Italiano al Milan. Il lampo di Leao non basta. Solo il Bologna è da Europa
Secondo ko di fila per i rossoneri, la Champions diventa un miraggio . Conceição alle prese con le solite fragilità: Castro e Ndoye firmano il colpo.

Dan Ndoye, 24 anni, batte Maignan e decide il match di recupero della nona giornata
Il Milan fallisce anche l’esame di recupero. Dopo la Champions, Conceiçao bocciato anche in Italiano. L’annata da matita rossa continua al Dall’Ara dove i rossoneri sbattono contro un solidissimo Bologna, nella riproposizione del match che lo scorso 26 ottobre era stato rinviato, non fra poche polemiche, causa alluvione.
Spogliata la classifica dagli asterischi, il Milan si ritrova a meno 8 dal quarto posto della Juve: a dodici giornate dalla fine, una parete di vetro da scalare a mani nude per i rossoneri che anche al Dall’Ara palesano tutti i limiti, d’attitudine, di mentalità, prima ancora che tecnici. Diavolo confuso e svagato, in campo con il piglio di chi quasi ti fa un favore. Lusso che non ci si può concedere con nessuno, come Dinamo Zagabria, Feyenoord e Torino dovevano aver insegnato ai rossoneri. Lusso che ovviamente paghi carissimo contro il bel Bologna di Vincenzo Italiano, una squadra vera, con un’identità fortissima e tante individualità di cui sentiremo parlare a lungo.
Castro e Ndoye firmano nella ripresa la rimonta dei sogni, dopo che Leao al 43’ aveva sbloccato la partita sull’unico lampo di vita della sua ennesima prestazione incomprensibile. Lancio di Maignan, torre di Gimenez e il dieci rossonero aggira prima De Silvestri e poi Skorupski: palla in buca, quasi in modo inconsapevole per gli stessi milanisti. Il gol, arrivato a pochi minuti dal gong del primo tempo, potrebbe essere una doccia gelata per Freuler e compagni. Potrebbe. Ma questo Bologna a differenza del Milan è una Squadra e approccia la ripresa come deve fare chi insegue l’Europa.
Al 3’ Castro riequilibra subito la gara, avventandosi come un falco su un pallone impazzito sugli sviluppi di una punizione di Ferguson. Proteste rossonere per un presunto mani di Fabbian: il Var convalida. Il tutto era nato da un pallone perso da Pavlovic e da un fallo ingenuo di Theo su Ndoye. E qui rivengono a galla tanti problemi che si portano dietro i ragazzi di Conceiçao che al Dall’Ara tira dritto con le sue idee e con un Joao Felix ancora una volta inconsistente. Un fantasma lui, come tanti suoi compagni.
Vedere il gol del 2-1 per credere: Cambiaghi scherza con Jimenez e cross, Ndoya anticipa Pavlovic e segna. Game over, con la curva rossonera che invita a tirare fuori gli attributi. Era dal 2002 che i rossoblù non riuscivano a superare il Milan in casa. Da un argentino di allora, Julio Cruz, a Santiago Castro che non sarà un jardinero, ma i palloni che tocca li fa germogliare. Settimo gol in campionato per l’ex Velez che stravince il duello nel duello con l’altro Santiago, Gimenez, che, dopo Torino, si ingolfa di nuovo. Quando lascia il campo per Jovic ha la faccia di chi pensa: "Ma dove sono finito?".
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