Motta loda il fattore Joey. Thiago ha l’arma in più:: "Avere Saputo tutti i giorni è un valore per il Bologna»
Il tecnico esalta il patron. E la Lazio? "Fortissima, ma non è uno scontro diretto"

Quando lo scorso marzo la Lazio di Sarri fu di scena per l’ultima volta al Dall’Ara (finì 0-0) era già il Bologna ‘ferma-grandi’ di Thiago, quello che nel girone di ritorno con le big dimostrò di saper solo vincere o pareggiare. Ragion per cui aveva ragioni da vendere Motta quando ieri ricordava che "affrontare la Lazio vuol dire alzare il livello delle difficoltà ma non è la prima volta che accade e i miei giocatori sanno quello che dobbiamo fare".
Sostenere che il Bologna di oggi sia una macchina perfetta sarebbe esagerato: affermare, numeri alla mano, che è una macchina che non s’inceppa quasi mai è invece assai rispondente al vero.
Se i rossoblù riuscissero a strappare punti anche questa notte al Dall’Ara la striscia di risultati utili in campionato si allungherebbe a dieci, eguagliando così il bottino che più di quarant’anni fa, nella stagione 1979-80, centrò il Bologna allenato da una vecchia gloria come Marino Perani.
Del resto, è cosa nota, perdere allena alle sconfitte mentre fermare gli avversari con la continuità del Bologna di Motta accresce l’autostima e aumenta la solidità tecnica e mentale do un gruppo. C’è un altro decisivo fattore tra quelli che hanno fatto del Bologna, in questo avvio di stagione, una squadra monolitica che passa indenne attraverso tutte le difficoltà: il ‘fattore Joey’.
A precisa domanda dice Motta: "Avere con noi Saputo tutti i giorni è un plus: soprattutto vedere quanto il presidente sia contento del lavoro che tutti insieme stiamo facendo. E’ un cambiamento interessante, che fa bene a tutti".
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo, insomma: e anche la classifica. Guai però far notare a Thiago che Bologna-Lazio è la sfida, rispettivamente, tra l’ottava e la settima forza del campionato, oggi divise da un solo punto.
"Scontro diretto? No – rigetta l’etichetta il tecnico rossoblù –. E non è nemmeno una partita più importante delle altre, perché per ogni allenatore la partita più importante è la prossima. Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: continuare a fare le cose che stiamo facendo bene, migliorare quelle in cui possiamo migliorare e fare una grande prestazione".
Elementare, Sarri. Ecco, il tecnico biancoceleste è un pessimo cliente. Non solo nei confronti diretti con Motta è imbattuto (3 vittorie e un pari), ma dei 12 incroci in A col Bologna ne ha vinti 9. Al Dall’Ara, a primavera, finì 0-0. Due mesi prima, negli ottavi di Coppa Italia, un Bologna rimaneggiato fu piegato all’Olimpico da un gol di Felipe Anderson.
"La Lazio è una squadra forte allenata da un bravissimo allenatore e con un attaccante, Immobile, che resta uno dei migliori del nostro calcio", diceva ieri un ecumenico Motta. Bravi tutti, gli avversari: ma poi c’è il suo Bologna.
Che in difesa ritrova in un colpo solo Beukema e Lucumì, destinati però alla panchina. Tra centrocampo e attacco si rivedranno i rossoblù che in Coppa col Verona hanno riposato in panchina: da Freuler a Ferguson, passando per Orsolini e Zirkzee. Sperando in una notte da grandi.
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