Ndoye e Karlsson, promesse da mantenere. Il Bologna aspetta i gol a partire da Monza
I due neoacquisti hanno avuto tanti minuti e fiducia, ora devono incidere. Anche perché fuori c’è un certo Orsolini che scalpita

Boologna, 27 settembre 2023 – Uno (Ndoye) per ammissione di Motta a volte s’invola perfino con troppa foga verso l’area avversaria, col risultato di allungare la squadra. L’altro (Karlsson) "deve imparare quando cercare la porta e quando viceversa servire il pallone": anche in questo caso è Thiago a dettare la linea. La somma fa due esterni, Ndoye e Karlsson, carichi di eccellenti promesse che forse è arrivato il momento di esaudire. Anche perché se fai l’attaccante è inevitabile che prima o poi ti chiedano i gol. Specie se quelli che i gol li facevano un anno fa adesso sono in panchina (Orsolini), in un’altra squadra (Arnautovic) o in infermeria (Posch). E se il tuo centravanti titolare (Zirkzee) fin qui ha fatto tutto quello che era umanamente in suo potere per spianare la strada a chi gli gioca a fianco. Al Bentegodi Zirkzee ha visto un corridoio dove a tutti sembrava che ci fosse un muro: ma Ndoye ha sprecato cotanto assist con il più telefonato dei tiri.
Tutto invece si può dire di Karlsson fuorché sia prevedibile: all’ex Az Alkmaar, sempre nella notte di Verona, bastarono due tocchi racchiusi in un battito d’ali per scagliare due missili che solo la bravura di Montipò ha impedito che si tramutassero in gol. Certo nessuno nasce imparato, tanto meno chi si affaccia per la prima volta in quella serie A che resta uno dei campionati tatticamente più complicati da decifrare del globo. Lo sa bene Motta, che infatti ai suoi due esterni d’attacco oggi non chiede pubblicamente i gol bensì l’obbedienza al canovaccio tattico. Sottinteso: quando imparerete a cantare nel coro arriveranno anche gli acuti individuali.
Domani c’è il Monza e domenica l’Empoli. A naso due buone occasioni per provare a rompere il ghiaccio e non solo i legni della porta, come è accaduto col Cagliari a Karlsson in una partita paradigma dei suoi attuali pregi e difetti: partenza a razzo con un paio di giocate da fuoriclasse e poi un lento inabissarsi nell’anonimato. Da questo punto di vista appare più continuo Ndoye, che al posto dei lampi da finalizzatore ha il moto perpetuo che tanto piace a un allenatore che punta sul movimento incessante per aprirsi varchi nella difesa altrui. A patto però di non esagerare, lo ha rimproverato Thiago dopo il Napoli, "perché la squadra non deve mai perdere compattezza".
E’ un duro apprendistato da cui è passato anche Orsolini, il terzo incomodo che fin qui è rimasto soprattutto a guardare ma che i gol sa come farli: ben 11 la scorsa stagione. Curiosamente un anno fa l’azzurro si sbloccò proprio a Monza, segnando un gol pesantissimo: era il 31 ottobre 2022, dodicesima di campionato. Ma chissà che a togliere la castagne dal fuoco in zona gol a Thiago non sia l’ultimo arrivato e in teoria il più talentuoso: quel Saelemaekers che può fare anche il terzino ma che se segna è un vantaggio per tutti.
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