Quanti incroci sulla via Emilia. Dallo spareggio-paura all’ultima di Di Vaio. Gol, sorrisi e delusioni

Sono solo 49 in tutto le sfide nella storia tra Bologna e Parma, ma bastano e avanzano già oggi per...

di GIOVANNI POGGI
21 febbraio 2025
Tifosi del Bologna con sciarpe e bandiere che animano gli spalti del Dall'Ara

Tifosi del Bologna con sciarpe e bandiere che animano gli spalti del Dall'Ara

Sono solo 49 in tutto le sfide nella storia tra Bologna e Parma, ma bastano e avanzano già oggi per poterci scrivere un romanzo. Vent’anni fa ci si giocava la salvezza, andata e ritorno sulla via Emilia con l’illusione di poterla festeggiare, dopo lo 0-1 del Tardini, nel secondo round al Dall’Ara, colorato per trequarti di rossoblù mentre la San Luca traboccava di bandiere crociate, nell’ultima di sempre di Pierluigi Collina, fischietto bolognese a cui toccò sentenziare la retrocessione della squadra della sue città, tra le lacrime di Pagliuca avvolto al palo a fine gara più quelle di rabbia degli altri 35mila sugli spalti. Due i giustizieri di quel bollente 18 giugno del 2005, che per il solito strano scherzo del destino indossarono o avrebbero indossato il rossoblù: Giuseppe Cardone, all’epoca capitano dei ducali, che da Bologna passò quasi da meteora nel 96-97, e Alberto Gilardino, che sette anni più tardi contribuì ad una delle stagioni più belle della storia recente, formando il magnifico trio assieme a Diamanti e Gabbiadini.

Superato il dramma-spareggio, il derby ritornò poco più là in nel tempo, nel segno di nuovi protagonisti ma sempre seguendo quel filo sottile che tiene collegati a distanza gli ex di questo confronto. Vedi Marco Di Vaio, che il 13 maggio del 2012 giocò al Tardini da capitano del Bologna la sua ultima gara in Italia, nello stadio che lo vide esplodere come bomber in gialloblù, dal ’99 al 2002, prima di riscrivere un’altra bella favola sotto le due torri, in campo e sulla scrivania. Niente lieto fine in quel pomeriggio sotto l’acqua per i rossoblù di Pioli (altro ex): fu sconfitta, 1-0, che ad oggi però resta l’ultima nella storia in terra parmense. L’ultimo ko assoluto invece risale a qualche mese più avanti (dicembre 2012), ma al Dall’Ara: a inchiodarlo, un altro che di lì a poco sarebbe diventato un figlio di Bologna, Nicola Sansone.

Seguirono poi altre retrocessioni, su entrambe le sponde, lontani i tempi dei Torrisi e dei Nakata, altri due che fecero avanti-indietro su questa tratta, e lontani i tempi in cui si rischiò la doppia finale, Coppa Italia e Uefa, nel ’99. Ma di mezzo ci si misero Fiorentina e Marsiglia, a cui il Parma di Malesani, un altro amatissimo da queste parti, sollevò poi entrambi i trofei in faccia, al Franchi e a Mosca. E chi sa cosa sarebbe potuto essere, e altro che romanzi…

Giovanni Poggi

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