Shengelia e Belinelli, gli imprescindibili. La Virtus tra certezze, obiettivi e dubbi

Serie A I due veterani garantiscono non solo rimbalzi e punti, ma anche la leadership necessaria per trascinare i compagni

di ALESSANDRO GALLO
4 marzo 2025
Marco Belinelli pronto ad attaccare il più giovane Stefano Tonut (Ciamillo)

Marco Belinelli pronto ad attaccare il più giovane Stefano Tonut (Ciamillo)

Cos’ha lasciato in eredità la partita con Milano? Beh, intanto l’idea che l’Olimpia abbia una rosa sterminata. Erano fuori per infortunio Shields, Nebo, Bolmaro e Dimitrijević. Eppure Messina aveva dodici giocatori in panchina. Pochi minuti per Bortolani e un ne per Caruso? Vero, ma si tratta comunque di elementi nel giro della Nazionale.

E la Virtus? Ha ritrovato il primo posto – anche se gli scontri diretti la relegano al terzo – e almeno un mezzo sorriso. La gara con Milano valeva più dei due punti e della volontà di portarsi sul 2-0 negli scontri diretti. Valeva un bell’esame di maturità e di carattere. Che il gruppo ha superato a pieni voti.

Gruppo nel quale Pajola è sempre più leader – è lui a richiamare i compagni a una maggiore attenzione, è lui a invitare la squadra in mezzo al campo per timeout improvvisati – e Hackett cresce. Ma per andare lontano servono sempre Toko Shengelia e Marco Belinelli. Il georgiano è uno che non molla mai. Del capitano, paradossalmente, più dei 19 punti – alcuni fondamentali – è piaciuta l’incoscienza tipica del ventenne con la quale si è buttato, in mezzo al pubblico, nel tentativo di recuperare un pallone.

"Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia", cantava il principe De Gregori. La Virtus, pur con i suoi limiti, ha dimostrato di avere cuore, carattere. E voglia di lottare.

Se l’altra certezza, monolitica, è rappresentata dalla fisicità e dall’atletismo di Cordinier, restano nuove frecce. La sana ignoranza di Matt Morgan, la duttilità di Diouf, lo spirito di sacrificio di Akele.

Ivanovic sta lavorando per riportare alla causa e a un rendimento accettabile Rayjon Tucker, che ha mezzi fisici straordinari, ma non sempre la concentrazione necessaria per partite che si decidano dai dettagli, magari da una palla persa.

Resta un solo dubbio, legato a Justin Holiday. Che domenica, un piccolo alibi, ce l’ha. E’ stato utilizzato come quattro tattico. Senza averne forse né l’indole, né tantomeno il tonnellaggio. A Justin la Virtus chiede qualche canestro dalla lunga distanza. Richiesta imprescindibile, se si vuole essere a livello dei migliori. Il primo esame, quello con Milano, è stato superato. Venerdì ci sarà la trasferta in Turchia, contro l’Efes di Banchi. Ma è chiaro che, per ipotecare la migliore posizione di classifica possibile, al termine della regular season, la Virtus deve vincere, lunedì sera, contro Trento.

La marcia di avvicinamento è appena cominciata: così come la vendita dei tagliandi per lunedì e per la successiva gara con il Real Madrid.

Multa alla società, infine, di 667 euro, per offese sporadiche ai fischietti.

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