Stagione finita per Pedrola: lesione al bicipite femorale, Bologna in dubbio
Pedrola, in prestito dalla Sampdoria, chiude la stagione per lesione. Bologna incerto sul riscatto.

La gioia di Estanis Pedrola (Schicchi)
Estanislau Pedrola Fortuny, per tutti semplicemente Pedrola, non è certo un caso di ‘nomen omen’. Di fortunato, almeno sotto il profilo dell’integrità fisica, il classe 2003 spagnolo con i natali a Cambrils (piena Catalogna) non ha davvero nulla. Lo stop in allenamento dei giorni scorsi da ieri ha i contorni di una diagnosi che è anche una sentenza: lesione del bicipite femorale sinistro, tempi di recupero fissati tra le 3 e le 4 settimane. Nel gelido lessico del calcio significa due paroline: stagione finita.
Viene fatto di chiedersi se, almeno quella in rossoblù, per Pedrola sia mai cominciata. Arrivato in extremis al mercato di gennaio dalla Sampdoria con la formula del prestito con diritto di riscatto, Pedrola ha messo piede in campo solo in due circostanze e in entrambo i casi negli scampoli finali: col Venezia, in campionato, lo scorso 29 marzo, e con l’Empoli, nella sfida di ritorno della semifinale di Coppa Italia, il 24 aprile. Tredici minuti in campionato più 20 in Coppa Italia. Il totale fa 33 e anche questa sembra una beffa per un ragazzo che ogni volta che il medico di turno ha pronunciato il fatidico ‘dica trentatré’ ha pagato sul campo una fragilità fisica che a ventuno anni è preoccupante. E’ anche l’unico motivo per cui Pedrola fin qui ha solo sfiorato i grandi palcoscenici e per cui il Barcellona, in cui si è fatto le ossa, conserva un potenziale diritto di recompra con cui potrebbe ‘riacquistarlo’ dalla Sampdoria.
Trentatré minuti in campo sono pochi ma sono bastati a offrire un saggio delle enormi qualità tecniche di un ragazzo che salta i difensori come birilli e che è una gioia per gli occhi in un calcio sempre più dominato dagli schemi. E invece no: stagione finita e avventura rossoblù al capolinea, perché è difficile che Estanislau Fortuny, che porta lo stesso nome del bisnonno partigiano catalano ucciso nel 1944 dai nazisti nel campo di concentramento di Flossenburg, possa ingolosire il Bologna ad esercitare il diritto di riscatto. Fortissimo, ma fragile come uno Swarovski. Peccato.
Massimo Vitali
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