"Thiago resti a Bologna Ma Saputo dovrebbe avere più ambizione"

L’analisi di Gigi: "Motta è destinato a una big. Prima deve ripetersi in rossoblù" .

di MASSIMO VITALI -
7 giugno 2023
"Thiago resti a Bologna  Ma Saputo dovrebbe  avere più ambizione"

"Thiago resti a Bologna Ma Saputo dovrebbe avere più ambizione"

di Massimo Vitali

Il mal di pancia di Motta. I campioni ‘placidi’ del Bologna di Saputo. La garanzia Sartori, uno che per natura non s’accontenta. La gestione dei caratteri forti, abc di ogni allenatore. E il valzer delle panchine, che rischia di essere la colonna sonora dei prossimi giorni. Insomma: tutto lo scibile umano, nonché rossoblù, secondo Gigi Maifredi. L’uomo che trentacinque anni fa stravinse un campionato di B mostrando un calcio che ancora oggi, a ricordarlo, ai tifosi rossoblù vengono i lucciconi agli occhi.

Maifredi, Motta dovrebbe restare. Ma ha già capito che il Bologna farà un mercato guidato dalla necessità di incassare più di quanto si spenderà.

"Non è una bella cosa. Quando arrivò Saputo pensai che Bologna aveva trovato il presidente giusto per proiettarsi in un’altra dimensione: purtroppo non è stato così. Mi dispiace per i bolognesi, che dovranno accontentarsi di una salvezza quasi certa e nulla più".

Però quest’anno il ‘più’ c’è stato eccome: nono posto e 54 punti.

"Non so se l’organico valesse questa posizione di classifica. Senza dubbio Motta ha fatto un buon lavoro, ridando vitalità e bel gioco alla squadra".

E finendo nel mirino dei grandi club.

"Inevitabilmente prima o poi Thiago si siederà su una panchina importante. E rispetto a tanti colleghi ha un vantaggio: che i grandi club li ha conosciuti da calciatore. Quando vai in sala stampa e trovi trenta giornalisti e quaranta televisioni l’impatto è forte".

Nessuno lo sa meglio di lei, che in un anno solare rischiò di fare il salto dall’Ospitaletto alla Juve.

"Andò così. Ancor prima che finisse il campionato di B che stavo stravincendo col Bologna mi chiamò Boniperti. Vado a parlare con lui a Torino e a un certo punto si apre una porta e compare l’Avvocato Agnelli. Gli dico: ‘Sarò banale, ma per me è un piacere conoscerla’. Mi facevano ponti d’oro, ma avevo un accordo con Corioni".

Il ‘pres’ si mise di mezzo?

"C’era un contratto per altri due anni, lui non ne voleva sapere di mollarmi e io sentivo di avere un debito di riconoscenza nei confronti di un uomo che mi aveva permesso di fare un salto impensabile chiamandomi a Bologna. E poi, per l’appunto, c’era il fattore Bologna: il posto più bello del mondo in cui vivere e allenare".

Quindi non rimase con il mal di pancia?

"Assolutamente no. E non mi costò più di tanto dire no alla Juve anche l’estate successiva, dopo la salvezza conquistata al primo anno di A. Ecco, tre no di fila alla Juve non potevo permettermeli: così dopo il bel campionato in cui arrivammo ottavi accettai la corte di Boniperti. E tutti sanno com’è andata finire".

Mestiere difficile e spesso imperscrutabile quello dell’allenatore. Vedi il passo indietro di Spalletti al Napoli.

"Non credo che Spalletti sia spremuto: quelle sono dichiarazione a uso e consumo dei giornalisti. Credo invece che se vinci un campionato in quel modo la prima domanda che ti fai è: potrò mai ripetermi? E la risposta può mettere paura".

Quella del Napoli rischia di non essere la sola panchina che dovrà trovare un padrone.

"No, perché non sono così convinto che Allegri resti alla Juve. E Italiano resterà a Firenze? Vediamo, ma prevedo un bel valzer".

Motta in teoria non dovrebbe ballare.

"Per Motta sarà fondamentale la prossima stagione. Se potendo guidare la squadra per un campionato intero ripeterà le cose buone di quest’anno allora sarà pronto per una big".

La sua crescita passa anche dalla capacità di allenare caratteri forti alla Arnautovic. Anche i suoi calciatori, per conquistarsi il posto, dovevano andare al massimo in tutti gli allenamenti?

"Quando vedevo Villa tirare un po’ il freno capivo. Ma c’era gente di gamba, come Marocchi e Stringara, che se in settimana non lavoravano il doppio degli altri in partita non rendevano. La morale è che un allenatore bravo deve innanzitutto capire il fisico e le teste dei calciatori che allena".

Nel frattempo il Bologna di Saputo continuerà a restare nel limbo?

"Io ho molta stima di Sartori. Uno che ha saputo cambiare la storia di Chievo e Atalanta può cambiare anche la storia del Bologna: sempre che lo facciano lavorare. Non riesco a pensare a un Sartori che si accontenti di fare campionati da decimo o dodicesimo posto".

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