Thiago tra Toro e futuro. "Non tratterrò nessuno se vorrà andare via»
Il tecnico dribbla il contratto: "Non è una priorità. Ci sono cose più importanti. Juric? Era un trascinatore quando giocava. Ha lo stesso spirito da allenatore".

"Non tratterrò nessuno se vorrà andare via"
Dice Motta di Juric: "Era un trascinatore quando giocava e oggi che allena ha trasmesso lo stesso spirito alla squadra. In allenamento non ci stava a perdere neanche una partitella". Per informazioni chiedere a Gian Piero Gasperini, pilota di un Genoa passato alla storia che nel 2008-2009 vide gli allenatori di Bologna e Torino compagni di una magnifica cavalcata verso il qunto posto in A e l’Europa.
Dice Juric di Thiago. "In tutto quello che faceva era strepitoso, ha grande carisma: sta facendo molto bene. Ha trovato difficoltà tra Genoa e Spezia, ma è destinato a una grandissima carriera come da giocatore".
Altre divagazioni dal tema strettamente tecnico Thiago non se le concede nel sabato di antivigilia. A cominciare da quelle inerenti a un rinnovo di contratto che il club ha messo sul piatto da mesi ma che ancora non è stato definito.
"Il mio contratto non è una priorità – taglia corto il tecnico –. Oggi ci sono cose più importanti e la prima è affrontare al meglio la partita col Torino". Niente di nuovo sotto il sole. Anzi: di nuovo c’è che il Bologna che vuole riprendere la striscia di risultati utili interrotta dal ko con la Fiorentina prima della sosta da qui a Natale non potrà contare, oltre che su Karlsson, su un calciatore strategico, e prolifico, come Orsolini.
"Dispiace quando uno dei ragazzi s’infortuna – dice –. Ma sugli esterni possono giocare Ndoye, Saelemaekers, Urbanski, Ferguson...".
Non è un inno all’abbondanza (che sulle fasce offensive non c’è), bensì un richiamo alle virtù taumaturgiche del collettivo e alla ‘intercambiabilità’ dei ruoli che è uno dei punti di forza della sua gestione.
"Noi abbiam cambiato qualcosa nel mostro modo di giocare rispetto allo scorso anno – osserva –, ma una cosa l’abbiamo mantenuta: sappiamo adattarci alle situazioni. E quando ci mancano dei giocatori chi scende in campo al loro posto non fa avvertire il peso di queste assenze".
E’ un elogio al gruppo. Che si unisce a una constatazione sulla presunta incedibilità dei suoi pezzi da novanta che sa tanto di messaggio programmatico lanciato al club. "Per parlare di mercato (il riferimento è alla sessione di gennaio, ndr) è presto, perché prima ci sono tante partite da giocare – dice il tecnico –. Zirkze e Ferguson non sono i soli calciatori talentuosi della mia squadra. Non ho mai detto a un mio calciatore di non andare via se è questa la sua volontà: e non lo farò mai. Non l’ho fatto con chi è andato via in estate e in futuro mi comporterò allo stesso modo. E’ chiaro che in quel caso ci sono due società che dovranno mettersi d’accordo, facendo scelte condivise e corrette per tutti, pensando al bene della squadra".
A buon intenditor poche parole. Il resto è pretattica vecchio stile per non svelare chi, in una difesa che scoppia di salute e soluzioni alternative (chi la spunterà tra Calafiori e Lucumi? E chi tra Lykogiannis e Kristiansen?), scenderà in campo domani notte.
"Giocherà chi lo merita e chi resterà fuori dovrà aspettare il suo momento, dando però sempre il suo contributo", sentenzia Thiago, sulla cui testa pende una diffida dopo le ammonizioni prese in panchina. "Devo controllarmi di più con gli arbitri, questo sì". Difficile di fronte a certe iniquità.
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