Una notte subito da Champions. De Silvestri e Fabbian da applausi. E il Bologna vola al quinto posto
Almeno per qualche ora, stessi punti della Juve di Thiago: 37. Un cross di Lykogiannis esalta il capitano. Poi l’espulsione di Fadera e l’azzurrino nella ripresa chiude i conti. Si rivedono El Azzouzi e Cambiaghi.

I compagni abbracciano Lorenzo De Silvestri dopo il gol del vantaggio (Ansa)
Dal Bologna posizionale di Thiago al Bologna emozionale di Italiano. Il due a zero al Como è un centrifugato di sentimenti e bellezza. Bella la pennellata di Lykogiannis, bello lo stacco di De Silvestri e ancor più bella l’esultanza, con quel pallone sotto la maglia e la dedica dolcissima alla moglie Carlotta in tribuna. Bello anche il due a zero di Fabbian, gonfio di significato, con questo ragazzo che pareva aver finito il suo tempo in rossoblù e, invece, l’ha riazzerato con un gol pesantissimo. Bello il coro che dalla Bulgarelli si alza nei secondi finali per abbracciare Italiano. E bella, bellissima sopratutto la classifica, che fotografa un Bologna quinto, a 37 punti, gli stessi della Juventus di Motta.
Motta l’ineguagliabile, perché l’estate scorsa era da rinchiudere chi pensava Italiano potesse soltanto accostarsi al mago che aveva riportato i rossoblù in Champions dopo sessant’anni. E, invece, in sei mesi, Vincenzino si è preso prima la fiducia, poi il cuore di una città intera, trascinato dal suo calcio sentimentale e dai risultati. Sei mesi per creare qualcosa di grande. Là dove si riteneva non sbocciasse più nulla, tutta terra arida dopo l’addio di Thiago, Italiano è stato capace di far fiorire un altro grande Bologna. Nonostante il peso di una Champions che ha gonfiato le aspettative e ha corroso le energie. Proprio qui italiano ha costruito il suo capolavoro: nel coinvolgere ed esaltare tutti, compreso chi come De Silvestri, a 35 anni, è stato fatto scendere dall’ultimo treno della Champions. Risultato? Tra i due, proprio lì, è nato un grandissimo rapporto. That’s Italiano, that’s amore.
La notte con il Como fa da ponte tra il Bologna che ha salutato la Champions e il Bologna che mira di nuovo all’Europa più alta. Già solo poterlo fare è una vittoria. Certo, l’espulsione di Fadera al 38’ per reiterate proteste all’arbitro Massimi ha agevolato la serata. Ma sarebbe ingiusto ridurre tutto alla superiorità numerica, perché prima e dopo, Italiano domina Fabregas, prende due traverse (Lucumi e Dallinga), comanda il gioco annullando Nico Paz, spupazzato a turno da Beukema e Freuler.
Una volta in superiorità numerica, il Bologna ha gestito, anche per recuperare un po’ dalle fatiche di Champions. E come in un copione perfetto, il resto lo hanno fatto i cambi. Uno su tutti: Fabbian, rilanciato già a Lisbona, dove aveva dato prova di grande serietà battendosi come un leone, nonostante le mille e una voce di mercato. Entra e chiude la gara con un grande inserimento su cross da sinistra di Miranda, a sua volta dentro dopo l’intervallo per un Lykogiannis in palla (assist per l’1-0), ma anche ammonito. E’ la sindrome da Pobega, la paura di un rosso che possa pregiudicare tutto. Peraltro proprio l’ex Milan, il migliore all’Alvalade, va ko per un lieve affaticamento. Al suo posto un Nikola Moro tornato al top quand’era in odore di addio. Bene anche i ritorni in campo nel finale di El Azzouzi e Cambiaghi. Perché la stagione è ancora lunghissima. Martedì ci sono i quarti di finale con l’Atalanta. Paura? Ma per favore.
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