Vincenzo Italiano: Un Anno da Oscar con il Bologna tra Coppa Italia e Champions

Vincenzo Italiano ha guidato il Bologna a un anno straordinario, vincendo la Coppa Italia e partecipando alla Champions League.

di MASSIMO VITALI
5 giugno 2025
Vincenzo Italiano ha guidato il Bologna a un anno straordinario, vincendo la Coppa Italia e partecipando alla Champions League.

Vincenzo Italiano ha guidato il Bologna a un anno straordinario, vincendo la Coppa Italia e partecipando alla Champions League.

E’ stato lungo, intenso, stimolante, non privo di ostacoli, ma alla fine esaltante. Un anno da oscar: ‘and the winner is’ Vincenzo Italiano. Esattamente un anno fa, il 5 giugno 2024, il Bologna ufficializzava l’accordo con il tecnico siciliano, chiamato a rimarginare la ferita ancora fresca del ‘tradimento’ di Thiago Motta, ma soprattutto ad accompagnare la squadra in una doppia cavalcata, campionato e Champions League, piena di fascino, ma anche di potenziali incognite.

E la Coppa Italia? Forti del quinto posto in campionato conquistato a maggio che consentiva l’ingresso nella competizione agli ottavi, allora probabilmente a Casteldebole ci pensavano in pochi.

Di sicuro a Valles ci pensava l’ad rossoblù Claudio Fenucci, quando in ritiro rese pubblico un desiderio che in quei giorni pareva un azzardo. "Ho il sogno di vincere la Coppa Italia...". Chissà se alzare quel trofeo era tra i sogni anche di Italiano quando a inizio giugno impiegò qualche giorno per convincersi che l’idea di ereditare l’ingombrante testimone di Motta era un compito complicato da svolgere, ma molto ‘sfidante’.

Qualche giorno prima, il 29 maggio, il tecnico aveva incassato la cocente delusione della terza finale persa con la Fiorentina, il ko (0-1) con l’Olympiacos nell’ultimo atto della Conference League ad Atene che aveva quasi reso superflua, il 2 giugno, la vittoria per 3-2 nel recupero di campionato sul campo dell’Atalanta.

Con la Viola fu ottavo posto in serie A e inevitabile divorzio: oltre l’Appennino Bologna chiamava da settimane e si trattava solo di trovare la quadra.

Qualche giorno dopo la firma, il 13 giugno, le sue prime parole nella sala stampa del Dall’Ara, con quella promessa/auspicio sussurrata senza veli: "Mi piacerebbe tornare a far divertire la gente, magari riportandola a festeggiare in piazza".

Non aveva la sfera di cristallo quel giorno Italiano, bensì un simbolico pallone: eppure fu profetico. Il seguito è cronaca spicciola di una stagione che in eterno sarà ricordata come quella della prima volta in Champions League (nel 1964-65 si chiamava Coppa dei Campioni e l’apparizione dei rossoblù fu fugace) e della conquista della Coppa Italia.

L’Italiano affamato di nuove sfide che in quei giorni pianificava il suo primo anno in rossoblù volle partire dai dettagli. Per questo a luglio, nelle due prime settimane di lavoro a Casteldebole a mo’ di antipasto del ritiro, tenne tutti i suoi ragazzi al campo da colazione a cena, mischiando sudore, alimentazione e costruzione di uno spirito di gruppo che poi si è rivelato vincente.

La più che onorevole partecipazione alla Champions col senno di poi si è rivelata una palestra per la Coppa Italia, perché ha forgiato il gruppo alle imprese di una notte, come lo sono state battere l’Atalanta ai quarti e il Milan nella finale dell’Olimpico.

L’Italiano da oscar ha alzato la statuetta il 14 maggio davanti a trentamila bolognesi in estasi. E pazienza per il finale di campionato in sordina, con annesso nono posto. Il 5 giugno di un anno fa Vincenzo ci avrebbe messo la firma.

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