Decreto salva-calcio, due italiani su tre sono contrari

Secondo il sondaggio di Winpoll il 66% degli italiani non vuole l’intervento dello Stato a sostegno delle società calcistiche

di Redazione Sport
19 giugno 2025
Andrea Abodi ministro dello Sport

Andrea Abodi ministro dello Sport

Nei giorni in cui il Governo si prepara a prendere provvedimenti precisi sul mondo dello sport, un sondaggio di Winpoll rivela che due italiani su tre sono contrari all’intervento dello Stato a sostegno economico delle società calcistiche. Le cifre dicono che il 66% si dichiara contrario a misure pubbliche sul tema, solo il 6% degli italiani si dichiara favorevole. Scendendo nel dettaglio, per il rilancio del calcio italiano il 73% degli italiani  pensa che servano investimenti nei settori giovanili. Staccate le esigenze di costruzione di nuovi stadi (30%) e la collaborazione tra club e aziende (21%), in domande a risposta multipla.

Il decreto “salva calcio”, stilato dal Governo Meloni nel 2022, viene giudicato negativamente dal 69% dei cittadini, che lo considerano poco equo e non prioritario. Il decreto ha permesso la rateizzazione di un debito fiscale di 890 milioni in 60 rate, ma solo il 31% si dichiara favorevole (l’8% molto d’accordo e il 23 abbastanza), mentre la netta maggioranza lo giudica negativamente (il 45% è per nulla d’accordo e il 24 poco d’accordo).

L’indagine Winpoll è stata commissionata da Scenari Politici, sugli italiani e il calcio. Un’analisi che permette di incrociare i dati con quelli delle rappresentanze politiche. Tra gli elettori dei partiti di maggioranza, favorevoli all’intervento statale solo il 26% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 35% di quelli di Forza Italia. Tra gli elettori del PD e del M5S, i favorevoli si fermano rispettivamente al 13% e al 12%.

Il giudizio sull’indebitamento delle società italiane è negativo: il 63% lo considera “per nulla positivo” e solo il 14% degli italiani pensa che il calcio italiano sia in salute. Il sondaggio è stato condotto da Winpoll tra il 3 e il 13 giugno 2025 su un campione di 1000 soggetti rappresentativi della popolazione italiana dai 18 anni in su.

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