Delphinarium Pescara: Vis Pesaro sfida storica tra cori e speranze

Il Delphinarium di Pescara ospita una sfida storica tra Vis Pesaro e Pescara, tra cori di tifosi e speranze di promozione.

di DAVIDE EUSEBI
22 maggio 2025
Calcio, lo sport nazionale

Calcio, lo sport nazionale

Il "Delphinarium" di Pescara è bello pieno e lo stadio tutto canta che dentro c’è "gente di mare". E’ gente di mare anche quella di Pesaro che però è rimasta in gran parte a casa per via della tessera del tifoso, preferendo sbirciare nel buco dei miracoli in qualche circolo davanti alla Tv. C’è però uno spicchio di pirati biancorossi in agguato in curva, irriducibili che espongono uno striscione a nome di tutta la città che è scesa in campo in queste settimane con la squadra per sfide che resteranno nella storia del club: "Grazie Vis". Basta e avanza per dire lo stato d’animo di chi c’è sugli spalti e di chi non c’è: vada come vada è già un successo.

L’atmosfera è bella carica, da queste parti sono convinti non solo di passare ma di andare dritti in B e ne hanno qualche ragione, mentre dall’altra parte non ne vogliono proprio sentir parlare di alzare bandiera bianca. Poi però dall’olimpo degli dei del calcio sentenziano che non bastano rosa corta e infortunati, devi fare a meno anche dell’attaccante che ha deciso gli ultimi due passaggi del turno: Okoro fuori. E adesso? Si fa più dura di quel che era. Ma ci si prova. La Vis fa sfogare il Pescara. Tattica o necessità? Pare una partita da campetto: avanti e indietro, niente calcoli, occasioni e brividi per entrambe. Ma se quelli della Vis sono dovuti al fatto che deve rischiare, quelli provati dai locali evidenziano una difesa traballante. Non basta però. La rete sul finire del tempo di Tonin è una onda gelida sulle residue speranze pesaresi. Ora non è che si complica, è che si alza una montagna di acqua per cavalcare la quale devi fare quattro gol. Nicastro allo scadere e Tavernaro nella ripresa lo segnano pure, ma il Var dice no. Cambi, rotazioni, orgoglio e impegno. Prima che Ferraris chiuda i conti, Stellone conclude con il 2008 Mariani. Segnale ai naviganti: stagione chiusa ma c’è futuro.

d.e.

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