Di Canio, bomber con la racchetta. "Napoli, Conte da solo non basta. C’è una squadra da rivoluzionare. Fonseca: il Diavolo ha scelto bene”

L’ex stella del West Ham fa le carte alla prossima stagione: "La città ’azzurra’ può essere soffocante". Dalla televisione a nuove super sfide, in campo alla Illumia Padel Cup con Totti, Vieri, Albertini e Mancini.

di GIANMARCO MARCHINI
20 giugno 2024

"Napoli, Conte da solo non basta. C’è una squadra da rivoluzionare. Fonseca: il Diavolo ha scelto bene"

Paolo Di Canio non butta mai la pallina di là. Ogni colpo ha sempre un senso. Tanto con le parole, quanto su un campo da padel dove sabato e domenica sfiderà altre ex stelle del calcio italiano: Totti, Vieri, Albertini, Mancini e tanti altri riuniti sotto la regia di Tomas Locatelli per la terza edizione della ’Illumia Padel Cup’. "Farò coppia con Alessandro Budel – spiega l’ex attaccante di Lazio, Juve, Milan e West Ham –. Siamo due combattenti, daremo molto fastidio". Il primo anno vinsero Totti e Candela, l’estate scorsa la coppia Toni-Ceccarelli. Quest’anno pronostico apertissimo: come per gli Europei in corso e la serie A.

Di Canio, che impressione le hanno fatto l’Italia e le altre?

"Spalletti ha meno qualità di Francia, Germania e Spagna, ma ha creato un gruppo tenace, di ragazzi che vogliono esserci. Un gruppo che, in gran parte, ha la memoria storica dell’impresa di tre anni fa, con tutto il trasporto che ci fu per Vialli. Luciano è uno spirituale, ha saputo cavalcare quel sentimento, ma non in modo patetico. Gli azzurri sono più squadra di tutti: per questo potranno dire la loro".

Paolo Di Canio
Paolo Di Canio

Un altro che sa cavalcare i sentimenti è Antonio Conte: il suo Napoli può essere la vera avversaria dell’Inter?

"L’Inter vince e non vende, anzi compra. Di cosa parliamo? Inzaghi è ’costretto’ ad arrivare primo. Conte da solo ti può dare due-tre-quattro posizioni in più: ma il Napoli è arrivato nono e quindi con questa rosa può arrivare quinto-sesto. Dipenderà da che mercato faranno: se rimangono questi difensori e questi centrocampisti, è difficile; bisognerà capire se restano Kvara e Osimhen e come restano. I tifosi sono felici perché Antonio è garanzia di impegno. Ma lui può rendere se è se stesso, dicendo anche cose forti, sfogandosi. E questo può incendiare una città come quella azzurra che - lo dico nell’accezione più positiva avendoci giocato - è una città meravigliosamente ossessionata e soffocante. Allora mi chiedo: De Laurentiis resterà al suo posto? Se la squadra vince, sì. E’ una situazione infiammabile".

Molto più comodo un profilo come Fonseca...

"Il Milan ha fatto una scelta in linea con il suo progetto, centrato sui giovani e sulla tecnica. Fonseca è uno che fa un calcio moderno, propositivo, sa migliorare i giocatori. Poi anche qui bisogna vedere cosa ne sarà di Leao: rimane? O lo vendi per essere più squadra? Certo, è uno che i colpi li ha, ma trotterella, si sente bello. E’ come avere un Mbappé, ma dieci categorie inferiori. Non a caso, Ancelotti ha detto che lo prenderebbe a calci nel sedere se lo allenasse".

E Thiago Motta alla Juve che sensazioni le dà?

"Mi sembra nelle premesse di rivedere quello che successe con Maifredi nell’estate del 1990, quandò si passò dalla tradizione di Trapattoni al nuovo. Arrivammo io, De Marchi e Luppi dal Bologna di Maifredi, poi Orlando, Baggio, Hassler. Fu rottura col passato: iniziammo bene, contendendo il titolo alla Samp fino all’inizio del girone di ritorno. Poi il crollo: varie liti nello spogliatoio, settimo posto e Juve fuori dall’Europa. Ecco rivedo tante analogie: ricambio societario, nuova linea tecnica. Possono fare cose interessanti per il futuro, ma bisognerà vedere che giocatori daranno a Motta".

Si parla di Calafiori...

"E’ un difensore moderno, ha personalità e applicazione: ma, come si è visto anche con l’Italia, deve migliorare nelle letture. Perché se sbagli un intervento e prendi gol, al Bologna pesa il giusto: alla Juve, invece, pesa tantissimo".

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