Dura lex sed lex. Arbitri nel mirino dei violenti. Pene più severe
Aumentano le sanzioni per violenze contro gli arbitri nel calcio dilettantistico, con recenti condanne e pene più severe. Un passo avanti per contrastare la violenza nel mondo dello sport.
Nitti *
Quest’anno in Serie A (e non solo) sono tanti i gravi errori del tutto incomprensibili dei direttori di gara e dei “varisti”. Tutto ciò non deve mai giustificare però gli atteggiamenti violenti nei confronti degli arbitri. Da tempo sono state approvate le modifiche agli articoli 35 e 36 del Codice di Giustizia Sportiva per l’inasprimento delle sanzioni a carico di tesserati violenti nei confronti di arbitri. Raddoppiate le pene per chi aggredisce un arbitro, previsti punti di penalizzazione alle società se gli atti sono commessi da propri dirigenti (nel lodigiano stop fino al termine della stagione per un tesserato di un club di Terza Categoria). Poi ci sono i procedimenti penali con 3 recenti sentenze di condanna per aggressioni ad arbitri nei campionati dilettanti. E’ stato condannato dal tribunale di Cagliari per lesioni personali aggravate un assistente di parte, nel corso di una gara di Prima Categoria Sarda, che ha colpito una ragazza arbitro con uno schiaffo, dopo averla pesantemente insultata, a seguito della convalida della seconda rete del vantaggio della squadra di casa e dopo l’espulsione per linguaggio offensivo del capitano. Un altro caso in Toscana: qui ad essere aggredito è stato un arbitro minorenne durante una gara di Seconda Categoria. Il giovanissimo direttore di gara, dopo un’ammonizione, veniva colpito da un calciatore alla nuca. Il procedimento concluso nel 2023 ha visto l’imputato ammettere di essere l’autore della violenza, con la querela è stata ritirata a fronte di un risarcimento di 1200 euro. Altro procedimento nelle Marche. I fatti sono relativi a un incontro di Terza Categoria: un calciatore (poi condannato a 3 mesi) appena espulso minacciò e colpì un direttore di gara con un pugno. Stordito e dolorante l’arbitro decretava la fine della gara, ma l’aggressore, non pago di averlo già picchiato, contestava tale decisione sferrandogli un altro pugno. C’è da sperare che queste sentenze rappresentino sempre di più un forte deterrente contro la violenza verso gli arbitri. Quando l’Intelligenza artificiale sostituirà i direttori di gare riusciremo a prendercela pure con questa come facciamo tutti i giorni con il navigatore dell’auto.
*avvocato di diritto sportivo e societario
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