Empoli nella storia, Juve che Maleh. Disastro ai rigori, ko tra i fischi. Motta: "Vergogna, chiedo scusa»
Segna il centrocampista marocchino cresciuto a Bologna, poi ci pensa Marianucci dal dischetto. Bianconeri in crisi, fallito un altro obiettivo stagionale. In semifinale D’Aversa affronterà Italiano.

Youssef Maleh, nato a Castel San Pietro, ha portato l’Empoli in vantaggio.
JUVENTUS 3 EMPOLI 5 ai calci di rigore
JUVENTUS (4-2-3-1): Perin 6; Weah 5,5, Gatti 6, Kelly 5,5 (11’ st Locatelli 6), Cambiaso 5,5 (38’ st Costa sv); Koopmeiners 4,5 (11’ st Yildiz 6), Thuram 6,5; Kolo Muani 6, McKennie 5, Gonzalez 4 (16’ st Conceição 6); Vlahovic 5,5. Allenatore: Motta 5,5.
EMPOLI (3-5-2): Vasquez 6,5; Marianucci 6, Ismajli 6,5 (1’ st Goglichidze 5,5), Tosto 6,5 (16’ st Pezzella 6); Sambia 6,5, Bacci 6 (28’ st Gyasi 6), Henderson 6, Maleh 7, Cacace 6; Konate 5,5 (16’ st Esposito), Colombo 6 (16’ st Kouame 6). Allenatore: D’Aversa 6,5.
Arbitro: Fourneau di Roma 6,5.
Reti: 24’ pt Maleh, 28’ st Thuram
Sequenza rigori: Vlahovic alto, Henderson gol, Kolo Muani gol, Kouame gol, Locatelli gol, Cacace gol, Yildiz parato, Marianucci gol.
Note: ammoniti Goglichidze, Esposito, Locatelli; angoli 9-2; recuperi: pt 1’, st 4’.
Brutta di notte, bruttissima, in otto giorni la Juventus ha buttato a mare prima la qualificazione gli ottavi di Champions League, quindi quella alle semifinali di Coppa Italia, passando da campione uscente a campione uscita, ieri sera, per mano di un Empoli che il passaggio di turno l’ha strameritato, ottenendolo poi solo ai rigori – decisivi gli errori di Yildiz e Vlahovic – dopo l’1-1 nei tempi regolamentari. Ma la notizia, oltre al disastro bianconero, è che questa edizione del trofeo nazionale avrà una finalista inattesa che affronterà una tra Inter e Milan: o appunto l’Empoli, che mai peraltro nella sua storia si era spinto sino alle semifinali, o il Bologna, che l’ultima semifinale l’ha giocata nel 1997 e una finale non la gioca addirittura dal 1974.
Ci si penserà ad aprile, quando si disputeranno le sfide di andata e ritorno della più sorprendente delle finali, intanto però bisogna tornare a ieri sera e dare merito all’Empoli – che già aveva eliminato Catanzaro, Torino e Fiorentina – di avere compiuto un’impresa storica, e contestualmente annotare, ancora una volta, una serataccia da parte dei bianconeri, troppe volte brutti di notte in questa stagione, ieri delusi da un approccio mediocre contro un avversario che in campionato è in crisi e del quale pensava, probabilmente, fosse vittima sacrificale, anche considerando i tanti giovani – il 2004 Marianucci, il 2005 Bacci e il 2006 figlio d’arte Tosto – dei quali D’Aversa aveva riempito la formazione iniziale.
Altro che magnifiche sorti e progressive con Vlahovic assieme a Kolo Muani dal 1’ (ma sempre nel 4-2-3-1, con il francese periferico a destra), altro che: la nemesi di Motta ha preso le fattezze di Youssef Maleh, classe 1998, nato a Castel San Pietro e cresciuto a Portonovo di Medicina, il paese di Giacomo Bulgarelli. Sua la sventola dello 0-1 dopo 25 minuti, dopo un errore di Nico Gonzalez, e se non fosse stato per il palo, a fine tempo l’Empoli avrebbe anche raddoppiato con un diagonale di Konate, fuggito alla dormiente fase difensiva bianconera e quasi autore del colpo del ko. Salve di meritatissimi fischi per la Juventus al rientro negli spogliatoi, nessuna giustificazione plausibile, solo demeriti, e mentre Motta provava mosse disperate (Yildiz, Locatelli e Conceição) trovando il pari con una magia di Thuram e la sveglia per l’ultima mezz’ora. Troppo poco, lo specchio dell’intera stagione. Motta alla fine chiede scusa: "Mi vergogno, è colpa mia".
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