Figc, il terzo regno di Gravina. "Avevo pensato di non candidarmi. Ma dobbiamo completare il lavoro»

Il presidente rieletto col 98% dei voti fissa le priorità: "La burocrazia fa scappare gli imprenditori Euro 2032 a Milano, Torino e Roma, il quarto stadio è Firenze. Poi Palermo, Bologna, Cagliari o Bari".

di DORIANO RABOTTI
4 febbraio 2025
Gabriele Gravina rimane in sella alla Federcalcio con l’appoggio di tutte le parti

Gabriele Gravina rimane in sella alla Federcalcio con l’appoggio di tutte le parti

Gabriele Gravina rimane presidente della Federcalcio per il terzo mandato, e fin qui la notizia non c’è perché essendo l’unico candidato che si era presentato ieri al giudizio delle urne, era chiaro ancora prima di iniziare che sarebbe finita così.

Il modo invece dice qualcosa di più. L’unità ritrovata di cui aveva parlato il presidente uscente e rientrante è stata confermata dai fatti: 98,7% abbondante dei voti nell’assemblea all‘hotel Cavalieri-A Waldorf Astoria di Roma, 481,084 contro 6,416 schede bianche.

I compagni. Nel consiglio federale siederanno per la Lega Serie A oltre a Simonelli, membro di diritto come gli altri presidenti delle leghe, anche Marotta (Inter), Calvo (Juventus) e Campoccia (Udinese), per la serie B Bedin e Giovanni Carnevali (Sassuolo), per la Lega Pro Matteo Marani e Daniele Sebastiani, per la serie D oltre al presidente Abete anche Bazzerla, Fantazzini, Ortolano, Pedrazzini e Tambaro, per gli atleti Bernardi, Biondini, Calcagno e Sara Gama, per i tecnici Camolese e Citta.

Gli elogi. Felice il ct Spalletti "a livello professionale e umano", plaudono tutte le diverse componenti mentre il presidente della Fifa Gianni Infantino, presente con quello dell’Uefa Ceferin, scherza sull’Italia assente dai mondiali sotto la sua guida: "Datevi una mossa".

Le parole. "Siamo andati in gol, per usare la nostra metafora. Dobbiamo rimanere uniti e centrare tutti gli obiettivi di cui il calcio ha veramente bisogno", ha detto il presidente rinnovato, che prima del voto aveva parlato di "menzogne, tranelli, calunnie" da smascherare attraverso l’unità alle urne. Il numero 1 della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, aveva detto che è "finito il tempo delle divisioni e dei personalismi". Questo ovviamente lo dirà solo il tempo.

Intanto Gravina, che ha confessato di aver avuto a ottobre dell’anno scorso l’intenzione di non ripresentarsi ("dovrò chiedere scusa alla mia famiglia per non aver rispettato quanto avevo promesso"), ha già fatto presenti alcune priorità del suo terzo mandato. Ha auspicato una legge speciale sugli stadi spiegando che sulla strada verso Euro2032 ci sono già quasi quattro certezze sulle cinque sedi da indicare entro l’1 ottobre: "Tre sono accettati o accettabili, Milano, Torino e Roma. Il quarto stadio lo possiamo già segnalare, Firenze. Poi Palermo, grazie all‘intervento del City Group, ha avviato un‘ottima interlocuzione con l‘amministrazione comunale, mentre Bologna e Cagliari sono a buon punto. Anche Bari è molto impegnata".

Il tema vira subito sui soldi: "mi dispiace quando mi si dice che per Euro2032 non ci possano essere contributi. Apprezzo molto quello che viene fatto per tennis, ciclismo e sci. Ma non amo quando il calcio viene considerato la cenerentola di tutto lo sport. Comunque il tema non è solo quello dei contributi, cioò che blocca l’entusiasmo degli imprenditori è l’aspetto burocratico: chiediamo un commissario che possa sbloccare lacci e lacciuoli". E su questo punto il ministro Abodi aveva già detto prima di Natale che il commissario arriverà.

Ci sarebbe anche un mondiale al quale qualificarsi, quello del 2026, dopo due assenze: "La vivo con la stessa ansia con la quale la vivono gli italiani. Ma non la voglio trasferire ai ragazzi e a Spalletti".

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