Figc, la volata è ancora lunga. Gravina spiazza i suoi avversari. Balata, Casini e Albertini in corsa. Il presidente si ricandida? Forse
Le manovre per arrivare al voto sono già iniziate, le elezioni anticipate a novembre hanno sorpreso i rivali. Esclusa l’ipotesi Marotta, il numero uno deve ancora decidere se presentarsi per il rinnovo o rinunciare.

Gravina spiazza i suoi avversari. Balata, Casini e Albertini in corsa. Il presidente si ricandida? Forse
Gira una voce nei corridoi della Figc: "Certo, avremo pure fatto degli errori e magari la nazionale non sarà di eccelsa qualità. Ma non è che le altre siano molto meglio: se fosse successo a noi quanto accaduto ai campioni del Portogallo, di passare ai rigori con la Slovenia, o il percorso della Francia, ai quarti senza aver segnato finora un solo gol su azione, saremmo comunque stati travolti dalle critiche".
Guardare in casa d’altri dopo una disfatta fa sempre comodo e ti porta a rosicare, ma non risolve i problemi. E mentre dal Palazzo del Calcio si ribadisce il concetto espresso prima del mesto ritorno a casa, e cioè che riforme, vivai e rapporti con i club sono fondamentali per ripartire ("Ma se la serie A è in mano ai Fondi stranieri, difficile pensare che a loro interessi qualcosa la Nazionale azzurra", osserva qualche dirigente), le faide interne inquinano tutto il movimento. Critiche, accuse, richieste di dimissioni: nel mirino Gabriele Gravina. Ora più che mai. Per questo motivo, spiazzando detrattori e rivali, lunedì il presidente della Figc è passato dal catenaccio al contropiede. "Piuttosto che farmi impallinare per i prossimi mesi. fissiamo subito la data delle prossime elezioni. Il 4 novembre" (il suo mandato scade a marzo 2025).
Mossa a sorpresa, soprattutto una scelta tattica per sottrarsi ad ulteriori pressioni della politica (del resto aveva subito messo le mani avanti: "Le dimissioni non devono essere chieste dall’esterno") e stanare i potenziali concorrenti (quelli già usciti allo scoperto e quelli non dichiarati). La verità è che ad oggi certezze non ce ne sono su possibili aspiranti alla poltrona: si sa che il patron della Lazio, Claudio Lotito, spinge molto per Mauro Balata, numero uno della Lega di serie B. E che anche Lorenzo Casini, presidente della Lega di serie A, riscuote consensi sparsi. Ma proprio questi due manager (e solo loro) si sarebbero detti contrari al voto “anticipato”, proprio perché a questo punto devono fare i conti anche con le rispettive rielezioni. Altri candidati sono solo ipotetici: fra questi un ex calciatore come Demetrio Albertini che ha già maturato esperienza e importanti cariche in Federazione. Da escludere invece l’ipotesi Marotta, perché il presidente dell’Inter ha emolumenti di gran lunga superiori rispetto a quello che percepirebbe in Figc, dove invece andrebbe a prendersi un eccessivo carico di responsabilità.
E Gravina? Finora ha detto di non averci mai pensato, e i dubbi sulla sua candidatura sono legittimi: chi frequenta via Allegri è convinto che si ripresenterebbe solo se avesse la certezza di farcela. E a fari spenti i conteggi sono già cominciati: la percentuale di voti garantita arriverebbe dalla Lega Pro (17%), Lega Nazionale Dilettanti (34%), arbitri e sindacato allenatori e calciatori. Non poca roba, mentre le leghe di A e B potrebbero spaccarsi. Va ricordato che al voto saranno chiamati 275 delegati in tutto e il Presidente Federale sarà eletto al primo scrutinio qualora ottenga il 75% dei voti validamente espressi in assemblea. Nel secondo scrutinio si scende a due terzi, dal terzo scrutinio a una maggioranza del 50%+1, altrimenti si andrà al ballottaggio.
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