Alfred a cuore aperto. Offese pure in campo: "Sì, il razzismo esiste»

Duncan e gli insulti subiti: "Discriminato anche da altri giocatori" "Il pubblico? Odio certi gesti fatti dai genitori davanti ai loro figli".

di ALESSANDRO LATINI
16 novembre 2023

Offese pure in campo: "Sì, il razzismo esiste"

Alfred Duncan a cuore aperto, come spesso gli accade quando si trova di fronte a un microfono. Mai banale il centrocampista ghanese, che tocca con una sensibilità rara argomenti anche più grandi di lui. Il tema del razzismo gli sta a cuore più di ogni altra cosa. Alfred è voluto scendere in profondità, stavolta tirando in ballo anche i colleghi. "Il razzismo fra giocatori c’è, anche in campo, purtroppo non indossiamo i microfoni e quindi è difficile sentirlo. Per me non è il fatto di dire ‘nero’ o ‘scimmia’ che fa capire che uno è razzista, è il modo in cui lo dici e quando lo dici". Alfred Duncan prosegue nell’intervista diffusa dal sito ufficiale del club. "Fra i giocatori quando avvengono certe cose dà fastidio, ma io con gli anni ho imparato a non reagire. Chi sta in tribuna può dire ciò che pensa, paga per venire a vedere me che sono in campo, e anche in quei casi ho imparato a non reagire perché è inutile. Meno se ne parla, meglio è". Davanti al microfono Duncan si accalora.

"Il razzismo difficilmente finirà. Sono anni che gioco e vedo sempre le stesse cose. Andando a giocare in trasferta, prima che il pullman arrivi allo stadio, vedi i tifosi avversari, anche genitori con i bambini nella mano, che fanno certi gesti. I bambini guardano che fanno i genitori, crescono e poi faranno da grandi le stesse cose con i loro figli". Il centrocampista, autore di un ottimo avvio di stagione, parla anche di altro. "Sono contento, sto lavorando di più e meglio. Ci siamo tolti delle soddisfazioni. Lo dissi il giorno del mio arrivo che avrei voluto portare la Fiorentina in Europa. Ce l’abbiamo fatta, anche perché io porto molta fortuna (ride, ndr). Qui ho trovato quello che volevo. Fisioterapisti, magazzinieri, dirigenti, sono tutti eccezionali. Il presidente parla sempre con noi. Non ci manca niente. Sognavamo di alzare una coppa, ci siamo andati vicini. Quest’anno l’obiettivo resta uguale".

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