Josè recrimina sui social. E Kouame mostra la sua ferita. Kayode, il fallo ‘fake’ e la frase sul silenzio. E’ sempre il solito Mou
FIRENZE Fiorentina-Roma non è terminata al fischio finale dell’arbitro Rapuano, quando il...
Fiorentina-Roma non è terminata al fischio finale dell’arbitro Rapuano, quando il cronometro segnava esattamente il 97’ e durante il recupero si era giocato si e no un paio di minuti. La mimica di Mourinho in panchina lasciava presagire un certo malcontento anche se poi non si è ben capito di cosa si lamentasse il tecnico giallorosso. Il silenzio stampa deciso dal club capitolino ha fatto scivolare via un dopo gara nel quale sono stati analizzati tutti gli episodi. L’espulsione di Zalewski ha fatto discutere, ma il primo giallo è ineccepibile. Sul secondo si può essere d’accordo sulla non pericolosità del fallo, ma l’ingenuità dell’esterno polacco è enorme. Poco da dire sull’espulsione di Lukaku, che ha rischiato di far veramente male a Kouame se lo avesse preso sulla tibia o sul perone. Ieri l’attaccante viola ha postato sui social l’immagine della sua gamba, con tracce di sangue e il calzettone completamente squarciato.
Ma a far più rumore - come spesso accade quando si parla di lui - è stato il post di Josè Mourinho, che oltre a ringraziare curva e raccattapalle (per aver portato il ‘pizzino’ a Rui Patricio nel finale) e aver celebrato la sua amicizia con Burdisso, ha postato un fermo immagine di un presunto fallo di Kayode su Zalewski. Facile cadere nella rete dello ‘Special One’ vedendo solo lo screenshot, ma in quella azione Kayode interviene nettamente sul pallone prima di finire per lo slancio addosso all’avversario. L’intervento sulla palla è stato talmente in anticipo che Rapuano non ha fischiato nemmeno il fallo. A corredo di quel fermo immagine il tecnico portoghese ha scritto: "Il silenzio è una delle grandi arti della conversazione, di Marco Tulio Cicerone, vecchia saggezza romana".
Lo stile è noto. La strategia anche. Non sono una novità le forzature mediatiche di Mou, anche se in questo caso è dura paragonare l’intervento di Kayode a quelli che hanno portato alle espulsioni di Zalewski e Lukaku. A volte, se si sceglie la strada del silenzio, sarebbe giusto seguirla fino alla fine.
Alessandro Latini
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