Viaggio nel Club Budapest: "Qui dove il cuore è viola"
Parla il presidente del gruppo dei sostenitori della Fiorentina in Ungheria "La distanza fisica dalla squadra si fa sentire, ma questa partita ci aiuterà".
Crescere dopo la rinascita. L’obiettivo del Viola Club Budapest, domani sera padrone di casa alla Groupama Arena, è chiaro. Il club è nato nel 2018, ma dopo l’entusiasmo iniziale si è subito scontrato con l’emergenza legata ai contagi da Covid. Tutto rimandato fino a pochi mesi fa, quando il club ha cominciato a riprendere vita sotto la spinta di Francesco Martire. "Abbiamo soci eterogenei. Ci sono diversi italiani che vivono qui, da sempre tifosi viola. Con loro molti ungheresi che hanno avuto o il padre o degli amici che li hanno avvicinati alla Fiorentina. Poi ci sono ungheresi puri, che si sono appassionati negli anni di Batistuta".
Coltivare la passione viola da lontano è un po’ più complicato. "La distanza fisica dalla squadra non semplifica le cose – prosegue Francesco –, anche se oggi la tecnologia ci aiuta e molti canali ungheresi trasmettono la Serie A. Quel che è più difficile è coltivarla e trovare un centro di aggregazione. Adesso il club sta prendendo nuova linfa anche grazie a questa partita. Il nostro presidente, Sandor Zwack, tesse i rapporti con il Centro di Coordinamento e con il club. Riesce a essere spesso allo stadio. Cito anche Giovanni Niccolò, fiorentino doc da 36 anni a Budapest. E’ il nostro mentore".
E proprio Giovanni racconta il suo punto di vista sul momento della Fiorentina. "Siamo contenti, per tre motivi. Il gioco di Italiano sfida qualsiasi avversario. Abbiamo ragazzi del settore giovanile in prima squadra e finalmente possiamo contare su una società sana, senza debiti e organizzata".
Alessandro Latini
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