Viola, un’altra atroce beffa Lo scudetto va al Lecce

La squadra di Aquilani si fa sorprendere al 121’ quando i rigori erano a un passo. Distrazione fatale sull’ultimo assalto dei giallorossi sugli sviluppi di un angolo.

10 giugno 2023

LECCE

1

FIORENTINA

0

LECCE (4-3-3): Borbei; Munoz, Pascalau, Hasic, Dorgu; Berisha (dal 106’ Hegland), Vulturar, McJannet (dal 88’ Samek); Corfitzen (dal 104’ Daka), Burnete, Salomaa (dal 118’ Kljun). All. Coppitelli

FIORENTINA (4-3-3): Martinelli; Comuzzo (dal 123’ Caprini), Krastev, Lucchesi, Kayode; Harder (dal 123’ Padilla), Amatucci, Berti (dal 114’ Sene); Capasso, Nardi (dal 62’ Toci), Distefano. All. Aquilani.

Arbitro: Saia.

Rete: 121’ Hasic (L).

Note - Ammoniti: 28’ Harder (F), 32’ Corfitzen (L), 67’ Toci (F), 73’ Kayode (F), 76’ Lucchesi (F), 77’ Dorgu (L), 94’ Amatucci (F).

Alla fine festeggia il Lecce. E purtroppo la Fiorentina in questa stagione ormai ci ha fatto l’abitudine a perdere le finali. Tra prima squadra e Primavera è la quarta. Un peccato, con lo Scudetto di categoria che manca da quarant’anni al club viola.

Alberto Aquilani (di fronte alla dirigenza al completo, compreso il presidente Rocco Commisso) affronta la finalissima con un pratico 4-3-3. Comuzzo agisce a destra nella linea di difesa, Kayode trasloca a sinistra. In mezzo la collaudata coppia Lucchesi-Krastev. Solito centrocampo con Harder e Berti ai fianchi di Amatucci. In attacco la sorpresa Nardi (preferito a Sene) con Capasso e Distefano. Che le due squadre si rispettassero e si temessero era chiaro fin dalla vigilia. Due filosofie a confronto, totalmente opposte ma che a livello giovanile funzionano. Zero calciatori italiani nel Lecce di Coppitelli, un solo straniero nella Fiorentina (Krastev) per quanto riguarda i ventidue iniziali.

Ne nasce una partita completamente bloccata. Diciamolo pure, brutta. Una rarità per la Fiorentina una partita così. Lecce che fa poco di più. Anzi, poco dopo la mezzora deve pensarci Martinelli, con un rinvio lisciato, a regalare un brivido agli spettatori presenti. Occasioni vere da rete neanche l’ombra, nonostante che all’atto finale siano arrivate due macchine da gol. A mezzora dalla fine dei tempi regolamentari Aquilani si gioca anche la carta Toci. Cambia poco. Niente. Logica conseguenza sono i tempi supplementari. Meglio il Lecce nel primo extra time. Leggero dominio anche nel secondo. All’ultimo pallone prima dei rigori la beffa. Calcio d’angolo da destra, sponda di Hegland e colpo di testa vincente di Hasic. La maledizione delle finali perse colpisce ancora.

Alessandro Latini

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