Giana Erminio: veni, vidi... Avinci: "Qui per imparare e dare tutto"

Dai 24 gol in Eccellenza al doppio salto in Serie C, l’attaccante 20enne ora sogna (con i piedi per terra)

di LUCA MIGNANI
31 luglio 2024
Gabriel Avinci (20 anni) ha firmato un contratto triennale con la Giana Erminio

Gabriel Avinci (20 anni) ha firmato un contratto triennale con la Giana Erminio

GORGONZOLA (Milano)

Ghiaccio bollente. Nulla in comune con Grace Kelly, ben inteso. Ma il nomignolo calza, eccome, anche per Gabriel Avinci. Dall’alto dei suoi 190 centimetri (e oltre) di altezza scarica sull’erba scatti da autovelox che “bruciano“ le difese. Poi, però, sotto porta cala il gelo (per i portieri): lucido, freddo, glaciale appunto. Fuori dal campo, occhiali dalla montatura sottile e sguardo riflessivo: fa il grafico. In campo, fa gol. Parecchi gol. 24, l’anno scorso: biglietto da visita che gli è valso il doppio salto dall’Eccellenza alla Serie C con la maglia della Giana. "Il salto si sente – le parole dell’attaccante 20enne – nell’intensità, nelle richieste dell’allenatore, nei dettagli. Penso alla prima amichevole con la Cremonese, ad esempio: con semplicità facevano cose non proprio semplici... Lì vedi il giocatore vero".

Si aspettava di diventare professionista?

"Sinceramente non ci pensavo. Quest’anno, in Eccellenza, sono rimasto concentrato fino alla finale playoff che abbiamo vinto. Poi si è aperta questa porta e non ho esitato".

I suoi primi calci?

"In cortile, come tanti ragazzi. Poi vicino a casa, all’Olgiate Olona. Qualche richiesta di Milan e Inter, ma non se ne è fatto nulla.

Arriva la Pro Patria, però.

"Sì, abito ancora a Busto Arsizio con i miei genitori che non sono fanatici del calcio, ma si supportano. Ho giocato nella Pro fino alla Primavera. E ho affrontato più volte le giovanili della Giana allenate allora proprio da Chiappella. Quando ci siamo visti, quest’anno, mi ha ricordato subito che gli avevo fatto una doppietta. Con i “grandi“ ho giocato in Promozione al Cas Sacconago (12 gol, ndr)".

L’esplosione a Magenta.

"C’era stata la possibilità di andare in Serie D alla Castellanzese, l’ho conquistata sul campo. Siamo rimasti in lotta per il primo posto fino a marzo, poi un mese non al top: i playoff erano l’occasione che non potevamo farci sfuggire".

Ai playoff 6 reti.

"Due su rigore in finale. Quelli che mi sono rimasti nel cuore però sono altri. Il gol nella finale regionale con l’Ardor Lazzate e quello con la Castanese: “sombrero“ e tiro al volo".

Non capita spesso che il rigorista sia un 21enne.

"All’inizio li calciava Pedrocchi (33 anni): mette la palla dove vuole. Basta fare il movimento e ti serve alla perfezione. Ne ha sbagliato uno e io, in allenamento, ero uno tra i più precisi. Freddo? No, tranquillo piuttosto. Consapevole".

I suoi obiettivi?

"A livello di squadra la salvezza prima possibile. Poi, se si potrà fare di più, ben venga. A livello individuale non ne ho. Sembra brutto da dire, ma ho fatto un doppio salto. Non sono il tipo che dice: “Faccio così e farò cosà“. Semplicemente, darò sempre il massimo cercando di ritagliarmi il mio spazio".

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