L’Empoli domina il Verona e inguaia Zanetti: 1-4 al Bentegodi

Prova di forza dell’Empoli che passa nettamente a Verona con quattro gol in un tempo, fischi sul Verona e Zanetti sempre più a rischio

di MANUEL MINGUZZI
8 dicembre 2024
L'esultanza di Sebastiano Esposito (Ansa)

L'esultanza di Sebastiano Esposito (Ansa)

Verona, 8 dicembre 2024 – Prendere quattro gol nel primo tempo in uno scontro diretto è lo specchio delle difficoltà dell’Hellas Verona di Zanetti. L’Empoli domina e passeggia al Bentegodi prendendosi tre punti meritati grazie a Esposito, doppietta, Cacace e Colombo, mentre i gialloblù sprofondano sempre di più in una crisi senza fine e con Zanetti a rischio. Poco atteggiamento, poca energia, poco tutto e i fischi del Bentegodi sono meritati. Sono undici sconfitte in quindici partite, un macigno. Bene invece i toscani che giocano a memoria e con 19 punti mettono un bel divario con la zona pericolante e stazionano, con merito, nella parte sinistra della classifica. Vano il gol di Tengstedt per il parziale uno a tre e in generale il tenore della prestazione scaligera lascia preoccupazioni non banali per il prosieguo del campionato.  

Primo tempo dominante

Hellas con il 4-2-3-1 con Tengstedt prima punta, a supporto Lazovic, Suslov e Livramento. D’Aversa sceglie Pellegri centravanti supportato da Esposito. Scontro salvezza delicato, ma subito affrontato ad alto ritmo, con l’Empoli che piazza la prima conclusione dopo pochi secondi con Pezzella: palla a lato. Buon piglio degli ospiti che partono aggressivi e con possesso palla, obbligando il Verona a sparare palla in avanti alla rinfusa. L’Empoli ha approcciato decisamente meglio la gara e piovono cross, soprattutto dal lato sinistro dove Pezzella è un enigma inestricabile. Il problema di D’Aversa è l’ennesimo infortunio di Pellegri, che si tiene il ginocchio dopo una ricaduta aerea. Dentro Colombo. Proprio il neo entrato si ritrova una pedata di Dani Silva in pieno petto che Di Bello vede da giallo. Ma l’inizio dell’Empoli non poteva non essere premiato, accade al 16’ con una traiettoria beffarda innescata da Esposito e deviata da Magnani che si infila laddove Montipò non può arrivare. Da segnalare anche l’avvio dell’azione con una brutta persa sulla trequarti campo. L’Hellas non c’è, con un atteggiamento rivedibile in uno scontro diretto, e pochi minuti dopo arriva la seconda doccia fredda. Un’altra rubata sui 30 metri e un’altra traiettoria ficcante di Esposito che trafigge Montipò sul primo palo (che in teoria doveva essere coperto meglio). Non c’è traccia del Verona dalle parti di Vasquez, che vive una mezz’ora abbondante tranquillamente seduto in ufficio, in giornata da normale amministrazione. I toscani continuano a dominare la partita e preoccupa, su sponda gialloblù, il fatto che le seconde palle siano tutte preda degli uomini di D’Aversa, che sono più accesi, più pronti, più reattivi. La naturale conseguenza è un altro gol, che arriva al 32’. E’ il primo di Liberato Cacace in Serie A che sfrutta un’altra deviazione, stavolta di Tchatchoua: 0-3 e fischi dal Bentegodi. C’è, però, una reazione. Alla prima e unica azione offensiva al 35’ c’è il solito cinismo di Tengstedt che trafigge Vasquez per l’1-3 che rianima l’Hellas e riconsegna una partita che sembrava finita. Gli scaligeri si gettano in avanti e Suslov impegna Vasquez da posizione defilata, appare tutto un altro match. E’ un fuoco di paglia, perché al 42’, sugli sviluppi di una punizione dai 25 metri, Colombo infila il mancino perfetto che si spegne all’angolino. Poker servito. Perde la testa il Verona: inopinato contropiede concesso ad Anjorin che cade in area dopo contatto con Montipò, il quale ha toccato palla, e per Di Bello è rigore. Interviene il Var per l’on field review e la revisione dell’episodio. Giusta decisione. Al 45’ il risultato è 1-4 e i fischi assordanti del Bentegodi si sentono da ogni ripresa televisiva.

Fischi sul Verona

Zanetti sceglie di mettere mano alla squadra e va con Harroui per Livramento a inizio ripresa, sperando di fatto in un miracolo, ma l’inizio è ancora dell’Empoli che va vicino al quinto due volte su altrettanti corner, segno di una mentalità Hellas molto rivedibile. I toscani, giustamente, provano a controllare la partita, tenendo ritmo senza prendersi eccessivi rischi che possano rimettere in partita gli uomini di Zanetti. La tattica funziona, perché scorrono i minuti ma il Verona non è pericoloso nonostante gli incessanti cori dei tifosi gialloblù immersi nel freddo e nella pioggia. Zanetti opta anche per Mosquera, quantomeno per dare fisicità al reparto avanzato, ma la partita appare compromessa e irrimediabile. L’Empoli sfiora ancora il quinto al 62’ con un centro di Colombo per Gyasi che grazia Montipò. I padroni di casa si vedono con i neo entrati quando Harroui e Mosquera confezionano una buona occasione: diagonale destro dell’attaccante che si spegne a lato. L’Hellas si scopre e così l’Empoli, spesso con palla dietro, palla avanti o palla sopra, gioca a memoria e crea ripartenze pericolose che portano gli ospiti più vicini al quinto di quanto i padroni di casa al secondo, con D’Aversa che gestisce la partita anche con i cambi e gli ingressi di Henderson ed Ekong. Si arriva all’ultimo quarto di gara senza il sentore di un possibile capovolgimento di prestazione e risultato, perché il Verona assalta sulle fasce ma non trova la giocata giusta e in ripartenza ci sono le praterie. Zanetti ci prova anche con Sarr per Tengstedt negli assalti nei dieci minuti finali. L’ultima occasione per riaprirla è per Mosquera, che non sfrutta una smanacciata di Vasquez su un cross morbido di Lazovic, sparando un destraccio in curva tra i fischi generali. Lo specchio della partita, di fatto mai nata e indirizzata da un netto dominio ospite. Al 90' Marianucci sfiora il quinto ma Montipò nega un passivo peggiore. D’Aversa si gode dunque i suoi 19 punti, tantissimi per una salvezza tranquilla, mentre Zanetti piomba in una crisi sempre più acuta con evidenti rischi di esonero. Undici sconfitte in quindici partite sono decisamente troppe. Setti potrebbe prendere provvedimenti.

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