I 70 anni del mito. Platini, genio e sigarette

Lasciate perdere le vicissitudini “dirigenziali” del personaggio, le polemiche e gli scandali e i processi che hanno caratterizzato la sua...

di LEO TURRINI
21 giugno 2025
Calcio, lo sport nazionale

Calcio, lo sport nazionale

Lasciate perdere le vicissitudini “dirigenziali” del personaggio, le polemiche e gli scandali e i processi che hanno caratterizzato la sua seconda vita, tra poltrona Uefa raggiunta e poltrona Fifa solo sognata.

No, no. Dei settant’anni che Michel Platini compie oggi piace invece ricordare la parte bella e felice, la parte spesa a disegnare arabeschi sui campi di calcio. Perché nella seconda metà del Novecento pochi sono stati gli artisti capaci di trasformare il pallone in una emozione pura, in un eccesso sano di fantasia realizzata. Platini lo chiamavano Le Roi, in omaggio ad una idea di estro e di lusso agonistico che emblematicamente rimandava allo sfarzo del Re Sole, Luigi XIV.

In breve. C’è stato un tempo in cui Michel, di italiche radici, dipingeva gol e assist come fossero quadri da esporre al Louvre o nelle sale di Versailles. Lui era il calcio dei poeti, estraneo alle fisime del podismo, dell’atletismo, degli schemi e delle tattiche. Lui, Platini, era il Genio al servizio del risultato di gruppo. Lui, non a caso amatissimo da un esteta come Gianni Agnelli, che lo soffiò all’Inter nonostante Boniperti non fosse del tutto d’accordo, sì, lui è stato il punto di riferimento di Baggio e di Del Piero.

Ben lo sanno i tifosi della Juventus, che mai hanno dimenticato le sue prodezze. Vestito di bianconero tra il 1982 e il 1987, Michel vinse tutto, scudetti e Palloni d’Oro e Coppe.

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